
Possiamo dire che negli ultimi tempi, con l'amministrazione Trump, gli Stati Uniti non rappresentano certo un modello in materia di politiche ambientali. Ma per una volta dall'altra parte dell'Oceano Atlantico arriva una buona notizia. L'Epa (Environmental Protection Agency), l'Agenzia per la protezione dell'ambiente americana, ha annunciato di voler ridurre progressivamente la sperimentazione sugli animali, impegnandosi ad eliminarla entro il 2035.
Il promemoria porta la firma dell’amministratore dell'ente Andrew Wheeler, che ha anche annunciato 4,25 milioni di dollari di finanziamenti a cinque università (Johns Hopkins University, Oregon State University, University of California Riverside, Vanderbilt University e Vanderbilt University Medical Center) per sviluppare l’uso di metodi alternativi. Entro il 2025 le richieste di finanziamento di studi sui mammiferi dovranno diminuire di almeno il 30% e per il 2035 si punta alla completa eliminazione dei test. A partire da quella data qualsiasi studio sui mammiferi richiesto o finanziato dall’Epa dovrà avere l’approvazione dell’amministratore, che valuterà caso per caso. In passato, l'Epa si è basata molto sui test sugli animali per valutare i rischi per la salute umana delle sostanze chimiche e dei pesticidi, ma recentemente ha preso provvedimenti per studiare nuove soluzioni. La legge sul controllo delle sostanze tossiche è stata modificata nel 2016 per ridurre anche la dipendenza dalla sperimentazione sugli animali.
Esultano le organizzazioni animaliste americane e non. Gianluca Felicetti, presidente di Lav (Lega anti vivisezione), ha commentato favorevolmente la decisione presa dall'Epa, aggiungendo che "i metodi sostituivi sono efficaci e costano e meno". Si è infine rivolto ai neoministri della Salute e dell'Istruzione, rispettivamente Roberto Speranza e Lorenzo Fieramonti: "Quando in Italia?".