Nel 2050 l’aumento di temperature ucciderà quasi 5 volte di più, anche chi non è esposto al caldo

L’allarme arriva dall’ottavo rapporto del “The Lancet Countdown on Health and Climate Change”: se non si interviene in modo concreto per contenere il riscaldamento terrestre entro i 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli pre industriale l’aumento di temperature farà sempre più vittime. Il rischio non sta solo nell’esposizione diretta al caldo: eventi atmosferici devastanti, diffusione di malattie infettive e insicurezza alimentare mettono già a rischio milioni di vite in tutto il mondo.
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Maria Teresa Gasbarrone 15 Novembre 2023

Entro il 2050 il caldo ucciderà quasi 5 volte più di quanto accade oggi: i morti causati dall'aumento delle temperature saranno esattamente 4,7 volte maggiori di quelli attuali. A dare l'allarme è stato l'ottavo rapporto annuale di "The Lancet Countdown on Health and Climate Change", elaborato dalla nota rivisita scientifica, una delle più importanti a livello internazionale.

A causare l'aumento di vittime entro metà secolo non sarà solo l'esposizione a temperature più elevate, ma tutta quella serie di fenomeni che la crisi climatica e l'aumento di temperature stanno già causando. Parliamo di siccità, eventi atmosferici estremi, insicurezza alimentare e diffusione di malattie infettive.

Nel periodo 2013-2022 i decessi legati al caldo nelle persone di età superiore ai 65 anni sono aumentati dell'85%rispetto al periodo 1991-2000, superando notevolmente l'aumento del 38% previsto se le temperature non fossero cambiate.

Sulla gravità della situazione si è espresso anche il segretario generale delle Nazioni Unite (ONU) António Guterres, che ha ribadito come "stiamo già assistendo al dispiegarsi di una catastrofe umana, con la salute e i mezzi di sostentamento di miliardi di persone in tutto il mondo messi a repentaglio".

Immobilismo dei governi

Stiamo parlando di fenomeni disastrosi le cui conseguenze per gli uomini hanno cominciato a rendersi evidenti già negli ultimi anni. Le cose però – avvertono gli esperti – sono destinate a peggiorare se non si interviene in modo strutturale per limitare l'aumento di temperatura.

L'obiettivo di rimanere entro i 1,5 gradi centigradi al di spora dei livelli preindustriali sembra sempre più lontano. Non solo, il report di Lancet denuncia l'impatto dell'immobilismo sulle questioni climatiche e rispetto all'obiettivo del contenimento dell'aumento delle temperature.

Senza un'azione di mitigazione decisa e rapida per affrontare le cause del cambiamento climatico, la salute dell'umanità intera è gravemente a rischio.

Dati allarmanti

Riassumiamo cosa è emerso dal report di Lancet e perché i dati raccontano un quadro drammatico:

  • Già nel 2022 le persone sono state esposte in media a 86 giorni di temperature elevate pericolose per la salute, di cui il 60% ha avuto una probabilità almeno doppia di verificarsi a causa dei cambiamenti climatici causati dall'uomo;
  • Siamo sulla buona strada per registrare un aumento del riscaldamento globale di 2,7% entro il 2100;
  • Le emissioni legate alla produzione di energia continuano ad aumentare e hanno raggiunto nuovi valori record;
  • I governi sono "immobili", nonostante questo quadro critico stia già "costando vite umane e mezzi di sussistenza".

Non si tratta solo di esposizione al caldo

Quando leggi che il caldo ucciderà quasi 5 volte più di quanto accade oggi, forse pensi che gli unici rischi siano quelli legati all'esposizione diretta al caldo. Per intenderci, potresti pensare che potrebbe bastare ripararsi dal caldo per non correre rischi. Le cose però non sono affatto così "semplici".

Come si legge nel report di Lancet, quando si parla di vittime legate al caldo si fa riferimento a un insieme più ampio ed eterogeneo di fenomeni di cui l'aumento di temperature rappresenta uno dei principali fattori scatenanti.

La crescente distruttività degli eventi meteorologici estremi mette a rischio la sicurezza idrica e la produzione alimentare, esponendo milioni di persone a rischio di malnutrizione. Nel 2021 ondate di calore e siccità più frequenti hanno costretto 127 milioni di persone in più a sperimentare forme di insicurezza alimentare da moderata a grave in 122 Paesi, rispetto ai dati annuali tra il 1981 e il 2010.

Non solo, il cambiamento climatico sta accelerando la diffusione di malattie infettive. Ad esempio, i mari più caldi hanno aumentato di 329 km all'anno dal 1982 l'area della costa mondiale adatta alla diffusione del Vibrio, batterio che può causare malattie e morte negli esseri umani. Questo, già oggi, mette 1,4 miliardi di persone a rischio di malattie diarroiche, infezioni gravi delle ferite e sepsi. La minaccia, si avverte nel report è particolarmente elevata in Europa, dove le acque costiere adatte al batterio sono aumentate di 142 km ogni anno.

Fonti | Adnkronos; "The Lancet Countdown on Health and Climate Change";