Nel post lockdown Barcellona decide di tutelare natura e biodiversità negli spazi urbani

Aree e corridoi verdi, nidi per uccelli e box per pipistrelli, alveari e “hotel” per insetti. Visti gli effetti “positivi” del lockdown dello scorso anno, con il nuovo Piano del verde e della biodiversità, l’Amministrazione di Barcellona sembra intenzionata a permettere alla natura di conquistarsi nuovi spazi nella città.
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Gaia Cortese 10 Febbraio 2021

Il progetto era già in cantiere, l’epidemia in corso lo ha solo accelerato. E così in base al Plan del Verde y de la Biodiversidad de Barcelona 2020, la cosmopolita capitale della regione spagnola della Catalogna si impegna a tutelare la biodiversità, realizzando a breve 783.300 metri quadrati di nuovi spazi verdi, tra cui un’area intorno alla Sagrada Família, e 49mila metri di corridoi verdi.

“Vogliamo che la natura nella città crei un’autentica rete verde e non una mappa di spazi isolati – si legge nell’introduzione del piano -.  Questa rete deve considerarsi al pari di un'infrastruttura ecologica, nel senso che Va a costituire una parte integrante e fondamentale della città, che a sua volta offre un servizio non solo ambientale, ma anche sociale".

Alla tutela del verde cittadino, si aggiunge anche quella della biodiversità con la messa a dimora di 40 alveari, la costruzione di 200 torri per ospitare uccelli e pipistrelli, e la realizzazione di 80 aree fiorite destinate a diventare veri e propri “hotel per insetti”.

Dopo il lockdown dello scorso anno, come è successo anche nelle nostre città, nelle aree verdi urbane si è assistito a una vera esplosione della natura: i parchi non più frequentati dai cittadini si sono ripopolati di animali, piante e fiori sono cresciuti indisturbati ed è aumentato anche il numero degli insetti, incluse le farfalle, tra cui alcune specie mai viste prima come l'Hipparchia semele e l'Apatura ilia.

L’Amministrazione di Barcellona ha quindi deciso di dare ancora più forza a un progetto che era già in cantiere, per realizzare una riforestazione urbana senza precedenti.

Come ha spiegato Lorena Escuer che nel 2018 ha lavorato a Barcellona su un progetto pilota chiamato Alcorques Vivos, che pianta fiori selvatici alla base degli alberi nelle strade piuttosto che circondarli con pavimentazioni in cemento o grate “non si tratta solo di avere un parco circondato dall'asfalto, ma di introdurre la natura in città. Le persone hanno bisogno di essere rieducate a questo. La loro idea è che uno spazio pulito sia un luogo dove non c'è vita, dove l'ecosistema è morto. C'è questa idea che la natura sia qualcosa al di fuori e che per la città sia normale che non ci sia nulla".