Nella laguna veneziana un bosco restituisce la biodiversità a vasche di allevamento abbandonate da trent’anni

Un progetto di “riforestazione” nella laguna veneziana ha permesso di restituire vita a delle vasche di allevamento ittico, abbandonate da almeno trent’anni.
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Gaia Cortese 19 Aprile 2023

A Lio Piccolo, località della laguna veneziana, sono da poco cominciati i lavori di messa a dimora di 12mila alberi lungo gli argini di alcune antiche vasche di popolamento e riproduzione di pesce, con lo scopo di restituire una propria biodiversità ad un’area in disuso da decenni.

Si tratta di vere e proprie vasche di allevamento naturali collegate tra loro da canali che non hanno mai necessitato di utilizzare mangimi o di stimolare artificialmente pesci e avifauna, perché per l’allevamento di specie ittiche autoctone di acqua marina o salmastra hanno sempre sfruttato solo i fenomeni naturali e la catena alimentare da essi sostenuta.

Per secoli diverse specie ittiche si sono riprodotte in queste “sacche” lagunari protette dagli alberi che sorgevano sugli argini delle zone umide.

Negli ultimi trent'anni però queste aree sono state abbandonate, sono scomparsi gli alberi che proteggevano le specie animali, e di conseguenza la loro popolazione ha subito un drastico calo. Da qui l'idea di dare nuova vita alle valli abbandonate e di migliorare l'efficacia di quelle ancora impiegate per l’allevamento ittico estensivo.

Grazie ad una considerevole adozione di oltre 5mila piante da parte di Lagardère Travel Retail Italia e a ò sostegno di centinaia di cittadini volontari, Etifor, spin-off dell’Università di Padova, ha iniziato a provvedere all’impianto di un certo quantitativo di alberi in grado di proteggere le acque non solo dalla tradizionale bora, ma anche dal sole in estate e dal gelo in inverno, in modo che la temperatura dell’acqua possa essere appropriata per la nascita di nuove colonie ittiche di orate, branzini, boseghe, caustelli, volpine, verzelate e lotregani.

Autoctone e non invasive, le piantereste a dimora, hanno anche la funzione di proteggere i pesci dagli attacchi di alcuni volatili della laguna veneziana e di rendere più resistenti gli argini stessi grazie alle loro radici.  Come ha spiegato Lucio Brotto di Etifor, "L’iniziativa mira a piantare 50mila alberi nei prossimi cinque anni e in un decennio stimiamo una produzione aggiuntiva di oltre 100.000 pesci grazie al solo contributo della foresta protettiva disposta a filari lungo gli argini. Costruire da zero un nuovo bosco consente di sceglierne la funzione specifica, in questo caso quella di custodire e soprattutto incentivare la biodiversità, tanto in terra quanto in acqua”.

L’area di intervento, composta da due habitat comunicanti, uno di acqua dolce e uno di acqua salata, fornisce anche riparo ad altre specie animali che già frequentano la laguna, come anatre, cormorani, aironi, cicogne, ibis e fenicotteri.

E ha aggiunto Andrea Arrighi, Vice Presidente di Human Resources & Organization di Lagardère Travel Retail Italia: "Si tratta di un progetto avanguardistico per la sua duplice finalità: da un lato la messa a dimora di migliaia di nuovi alberi lungo gli argini di valli da pesca abbandonate e dall’altro il miglioramento delle funzionalità legate all’allevamento ittico, valorizzando, contestualmente, antiche tradizioni lagunari”.