Neonati e problemi respiratori: la nuova ecografia polmonare quantitativa migliora la diagnosi e aiuta il trattamento

Secondo un nuovo studio internazionale, una nuova tecnica chiamata ecografia polmonare quantitativa permette ai medici di effettuare una valutazione obiettiva, precisa e soprattutto non-invasiva di un neonato in preda a difficoltà respiratorie e, in tempi rapidissimi, trovare la soluzione.
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Kevin Ben Alì Zinati 30 Maggio 2024
* ultima modifica il 31/05/2024

Quello della nascita di un neonato è un momento speciale, unico e bellissimo che, a volte, può essere macchiato da un problema, un rischio, una paura. Come una difficoltà respiratoria del piccolo.

Capire dopo poche ore di vita cosa sta succedendo in quel corpo minuscolo è fondamentale perché permette di mettere in campo il trattamento più efficace, sia che si tratti della somministrazione di una sostanza per impedire il collasso dei polmoni sia che preveda il trasporto un un reparto di terapia intensiva neonatale.

Fino a ieri, i neonati in queste condizioni venivano trattati solamente dopo una valutazione generica e quindi incapace di dare un resoconto obiettivo e diretto della gravità della situazione. Il che, ovviamente, esponeva il piccolo ad altissimi rischi e complicazioni.

Da oggi invece, le cose cambiano grazie a una nuova tecnica messa a punto da un team di ricercatori dell’Università Parigi Saclay in Francia, Stanford in USA, l’ospedale universitario di Cadice in Spagna e le Università di Padova e Federico II di Napoli.

Si chiama ecografia polmonare quantitativa ed è una metodica che permette ai neonatologi di effettuare una valutazione obiettiva, precisa e soprattutto non-invasiva e in tempi rapidissimi trovare la soluzione a un eventuale problema.

Consente, cioè, di stabilire se il neonato avrà bisogno di essere collegato a sistemi di ventilazione artificiale o alle terapia a base di surfattante, quella sostanza naturalmente prodotta dai polmoni e necessaria per evitare danni agli alveoli, oppure se è il caso di trasferirlo in un reparto di terapia intensiva neonatale per aiuti più strutturati.

L’ecografia può essere eseguita in maniera facile direttamente dal lettino dell’ospedale e non prevede l’impiego di radiazioni ionizzanti.

Lo studio pubblicato sulla rivista JAMA Network Open ha coinvolto 157 bambini nati a termine o a ridosso di esso e colpiti da un’insufficienza respiratoria e ha dimostrato che sottoporli a valutazioni con l’ecografia polmonare quantitativa aveva permesso di arrivare a una diagnosi più accurata e di mettere in campo un trattamento ancora più personalizzato.

Non solo: la nuova metodica garantisce anche di poter prevedere con un certo grado di affidabilità quale bambino si aggraverà e avrà bisogno di un’assistenza di livello superiore.

Fonte | "Quantitative Lung Ultrasonography to Guide Surfactant Therapy in Neonates Born Late Preterm and Later" pubbicato il 28 maggip 2024 sulla rivista JAMA Network Open

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