New York plastic-free: la Grande Mela mette al bando contenitori in in polistirene espanso e schiuma

L’amministrazione della metropoli ha finalmente emanato il Foam Ban, ovvero il divieto di vendita in negozi, ristoranti e fast food di prodotti monouso in schiuma e polistirene espanso come vassoi, contenitori per panini e tazze.
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Sara Del Dot 7 Gennaio 2019

Negli ultimi anni sono tantissime le piccole realtà locali che, per combattere l’inquinamento da plastica, hanno scelto di mettere al bando varie categorie di oggetti monouso. Piatti, posate, bicchieri, cannucce sono scomparse da vari luoghi pubblici e privati delle città di tutto il mondo. Ma cosa succede se a introdurre un divieto del genere è un’enorme città come New York?

La classica immagine degli abitanti delle metropoli occidentali è quella che hai in mente anche tu: il lavoratore o la lavoratrice che cammina per strada sorseggiando un caffè o un cappuccino dalla tazza monouso del take away o il cittadino che ha voglia di uno spuntino veloce e fa un salto a un qualsiasi fast food uscendone dopo cinque minuti con in mano una scatola in polistirene espanso contenente un panino fumante che addenterà seduto su una panchina del parco, magari abbandonando a terra il contenitore, uno delle decine di migliaia utilizzati solo quel giorno in città. Bene, prova a moltiplicare questi oggetti monouso per la quantità di persone che, in una città come New York, ogni giorno entra ed esce da fast food, bar e ristoranti. Sono numeri da capogiro, non ti pare?

Bene, proprio per questo motivo la pubblica amministrazione della Grande Mela ha deciso di emanare il Foam Ban, un decreto che bandisce vassoi, tazze e contenitori per il cibo realizzati in materiali come polistirene espanso e schiuma, da applicare in negozi, ristoranti e fast food per favorire un maggior smaltimento di rifiuti e contrastare l’inquinamento da plastica che sta soffocando il pianeta.

Questo ban era stato già proposto dalle precedenti amministrazioni, a partire dal 2013, ma aveva incontrato l’opposizione di vari esercenti e commercianti, che ne avevano ostacolato l’applicazione ottenendo dal giudice la richiesta di verificare ulteriormente la pericolosità di questo genere di rifiuti per l’ambiente. Tuttavia oggi è evidente, non c’è più nulla su cui discutere. La riduzione dei rifiuti plastici è quanto mai necessaria, e da qualche parte bisogna cominciare, proprio come hanno già fatto altre città come Boston, Chicago, Washington e Honolulu. Gli esercizi commerciali e di ristorazione newyorkesi hanno quindi tempo fino al 30 giugno per mettersi in regola, e chi non lo farà rischia multe fino a mille dollari.

Sebbene il divieto riguardi solo una determinata categoria di rifiuto plastico, e il problema dell’inquinamento da plastiche e microplastiche sia ben lontano dall’essere anche solo in minima parte arginato, l’iniziativa di New York rappresenta un messaggio forte, che dimostra come anche una città di queste dimensioni possa essere oggetto (e soggetto) di decisioni importanti per la salvaguardia dell’ambiente, dando l’esempio e aprendo la strada ad altre realtà metropolitane, che, ormai, non hanno più scuse.