Nido di microplastiche, a Bari il caso di un rifugio tossico costruito da un gabbiano

Sono sempre più frequenti gli episodi di animali che costruiscono nidi con i rifiuti abbandonati nell’ambiente dall’essere umano. Questa volta a Bari è il caso di un gabbiano.
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Francesco Castagna 8 Aprile 2023

La comunità scientifica è in allerta per quanto accaduto a Bari: un gabbiano ha costruito un nido con delle microplastiche. Non è insolito vedere questi tipi di rifugi in Italia. Nel nostro Paese infatti questa specie ha cominciato a nidificare in maniera massiccia negli anni '70, quando era in corso un grande fenomeno di urbanizzazione. La ragione principale di questa correlazione è da ricercare nell'enorme quantità di rifiuti che si è cominciata a creare a causa di una sempre maggiore densità della popolazione nei centri urbani, che ha attirato questi esemplari alla ricerca di cibo.

I nidi dei gabbiani solitamente sono composti da materiale vegetale secco, come rametti, sterpaglie etc. Questa volta però il volatile ha scelto le microplastiche. Ad aver osservato il fenomeno è stato il dipartimento di Medicina Veterinaria di Bari, nell'ambito del "Progetto della strategia marina". I ricercatori hanno osservato un cambio di comportamento del volatile nella costruzione del nido, tramite l'utilizzo delle plastiche presenti sulla costa.

Il Prof. Camarda, Professore ordinario di patologie aviarie dell'Università di Bari, ha spiegato in un'intervista che il Progetto della strategia marina "è rivolto proprio al monitoraggio di queste specie che sono considerate a rischio, in particolare il gabbiano corso […] Però questo progetto ci sta anche dando delle indicazioni sul comportamento e sull'effetto che i cambiamenti ambientali hanno sul comportamento di queste specie. Facendo il nido e utilizzando le plastiche che inquinano gli ambienti che il gabbiano utilizza per potersi riprodurre".

Più volte abbiamo parlato dei rischi e degli effetti delle microplastiche per l'ambiente e la salute umana e animale, frammenti di plastica che ormai sono presenti ovunque, persino nella nostra catena alimentare. "La cosa che noi temiamo è che la presenza di microplastiche possa avere effetti sulla presenza del gabbiano, considerando lo stretto rapporto tra il materiale e l'animale. Le microplastiche entrano completamente nel circuito biologico di questi animali, si possono ritrovare nei muscoli e negli organi, anche per quanto riguarda l'apparato riproduttore, influenzando negativamente la capacità riproduttiva", conclude Camarda.

Ma il gabbiano non è l'unico animale che ha finora creato un nido con le microplastiche. Già nel 2019 un gruppo di ricercatori dell'Istituto nazionale di tecnologia agricola, in Argentina, aveva scoperto un nido di api realizzato da questi insetti e composto da rifiuti in plastica. Un caso simile si è verificato nel 2018 quando, sulle spiagge di Cipro, erano stati rinvenuti dei nidi di tartarughe sotto la sabbia insieme ai rifiuti.