Non solo Amazzonia, l’assalto del fast fashion al Cerrado: come H&M, Zara e altri marchi starebbero contribuendo alla deforestazione

Una nuova inchiesta dell’Ong inglese Earthsight avrebbe dimostrato come i due brand di moda retail più diffusi al mondo sarebbero direttamente collegati alla devastazione della savana del Cerrado: una regione del Sud America che ospita il 5% di fauna e flora mondiale.
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Francesco Castagna 11 Aprile 2024

In Brasile la foresta amazzonica non è l'unica area naturale a essere minacciata dall'essere umano, già in passato le Ong e le istituzioni avevano denunciato la situazione nel Cerrado: la savana più ricca di biodiversità al mondo, dal momento che ospita il 5% degli animali e delle piante del Pianeta. Questa regione è il "vicino sfortunato" dell'Amazzonia, poiché non ha mai ricevuto le stesse attenzioni della prima. Eppure l'area è di vitale importanza, non solo per gli animali che ci vivono, ma anche per le tribù indigene che abitano queste terre da secoli e che, terminata la minaccia del "marco temporàl" a livello nazionale, devono fronteggiare gli interessi delle multinazionali.

Il fast fashion, che spesso si tinge di verde, utilizzando campagne comunicative con parole che richiamano la sostenibilità (es. "conscius") ogni giorno contribuirebbe alla deforestazione e alla devastazione di numerosi terreni nella savana del Cerrado, chiudendo l'occhio difronte all'accaparramento di terre e alla violenza. Questo è quanto emerge da un'indagine condotta dall'Ong britannica Earthsight pubblicata e diffusa l'11 aprile.

L'inchiesta ha mostrato il legame tra l'industria del fast fashion, concentrandosi sui due marchi principali: Zara e H&M. Secondo Earthsight, per risparmiare l'Amazzonia dopo che il presidente Lula ha attuato una stretta sui latifondisti e gli estrattori di minerali dai fiumi (oro etc.), le multinazionali starebbero utilizzando 800.000 tonnellate di cotone legate numerosi reati: accaparramento delle terre, deforestazione illegale, violenza, violazioni dei diritti umani e corruzione, cambiando la morfologia della savana del Cerrado.

Coltivato dalle due principali aziende di ricchi proprietari terrieri brasiliani, SLC Agrícola e il Gruppo Horita, nello stato di Bahia, la situazione del Cerrado è preoccupante rispetto a quella dell'Amazzonia, poiché sta peggiorando. Così il team investigativo dell'Ong britannica ha utilizzato immagini satellitari, telecamere nascoste e testimonianze locali. Ne escono situazioni più che preoccupanti, poiché "Nell'ultimo decennio il cotone brasiliano ha guadagnato importanza nel mercato globale della moda. Il Paese è oggi il secondo esportatore mondiale e si prevede che entro il 2030 supererà gli Stati Uniti come primo fornitore di cotone. Nel decennio fino al 2023, le esportazioni brasiliane sono più che raddoppiate. Quasi tutto questo cotone viene coltivato nel Cerrado". Il risultato? Il Cerrado ha perso un quarto del suo territorio, un'area grande quasi come il Galles. In sostanza due miliardi di litri d'acqua al giorno vengono estratti dai fiumi da queste aziende, che allo stesso tempo scaricherebbero -secondo Earthsight– 600 milioni di litri di pesticidi nel Cerrado, generando emissioni annuali di 50 milioni di automobili.

Cosa fare per acquistare capi sostenibili

Contrariamente da quel che possiamo pensare, anche acquistare moda sostenibile ha un impatto sull'ambiente, anche se in maniera significativamente minore. L'unico modo per impattare meno sull'ambiente -anche se è una scelta impopolare- è acquistare ciò di cui abbiamo realmente bisogno.