Non solo animali: negli USA il bracconaggio stermina anche cactus e altre piante desertiche

A differenza di quello che potresti pensare, il problema del bracconaggio oggi non riguarda solo moltissimi animali, spesso già a rischio estinzione, ma colpisce anche alberi e piante. Negli Stati Uniti, in particolare, nel mirino di ladri e bracconieri ci sarebbero i cactus: piante enormi e antiche diventate ormai pezzi pregiati per giardini e case.
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Kevin Ben Alì Zinati 5 Ottobre 2024

Il bracconaggio è una pratica terribile e che viola tutte le leggi e le normative vigenti in un determinato luogo o Pianeta, anche quelle morali.

Sto parlando per esempio di attività come la caccia in aree protette di animali già a rischio estinzione, dagli elefanti ai rinoceronti, della pesca con reti a strascico o della cattura illegale di specie di uccelli che, invece, andrebbero protette.

Il problema oggi sfortunatamente ancora molto diffuso in lungo e in largo in ogni angolo del globo e oltre a mettere in serio pericolo moltissimi animali non sta risparmiando nemmeno alberi e piante.

Negli Stati Uniti, infatti, è in netto aumento il fenomeno del bracconaggio dei cactus dai confini dei parchi nazionali americani, in particolare nel Saguaro National Park in Arizona.

Come funziona il bracconaggio dei cactus?

Tra le varie piante, ladri e bracconieri negli ultimi anni si stano accendendo pesantemente contro un particolare tipo di cactus: i maestosi saguari.

Li riconosci perché sono piante gigantesche e capaci di raggiungere anche i venti metri di altezza assumendo delle forme e delle posizioni molto antropomorfe.

Questi giganteschi cactus crescono nel deserto di Sonora, tra Stati Uniti e Messico, e sono una specie protetta anche per via della loro longevità – sono capaci di sopravvivere per oltre 200 anni – che li rende impareggiabili testimonianze del passare del tempo.

Per tutto questo, però, sono anche un anche diventati un prezzo molto pregiato al punto che più di qualche individuo a un certo punto ha cominciato a pensare che anziché nel deserto o in un parco naturale, questi cactus sarebbero stati meglio nel suo giardino.

Un furto dopo l’altro, il bracconaggio di fatto è diventata una pratica che ha generato un vero e proprio mercato nero dei cactus, dove ogni singola pianta viene venduta a un prezzo estremamente alto: soprattutto per il Pianeta.

Quali sono le piante a rischio e dove si trovano

Secondo chi studia e analizza il fenomeno del bracconaggio dei cactus è convinto che negli anni le mire di ladri e criminali siano mutate nel tempo, confermando dunque la sempre maggior ricercatezza e apprezzamento da parte dei cosiddetti “clienti”.

Oltre ai classici cactus saguari, quelli insomma che al buio o da lontano possono sembrare uomini in carne ed ossa, gli occhi dei furenti si sono gradualmente rivolti verso l’Ariocarpus fissuratus. Si tratta di quella pianta che chiamiamo comunemente cactus della roccia viva, non possiede spine e in autunno produce un fiore rosa brillante davvero suggestivo.

Perché si rubano questi cactus?

Il bracconaggio dei cactus è diventato purtroppo un vero e fiorente mercato nero. Molto del suo triste successo dipende dalla crescente popolarità di queste piante come elementi di arredo e decorazione in case o giardini: di lusso, ma non solo.

Più le richieste e l’interessa aumentano, più si alza la richiesta e maggiore è dunque la necessità di avere a disposizione (e quindi vendere) queste piante.

Il loro valore estremamente redditizio poi è un’altra calamita per ladri e bracconieri, che vedono nei cactus un’altra – l’ennesima – possibilità di guadagno a scapito della Natura.