Non solo un modulo abitativo sostenibile, ma anche un’app che ti premia se rispetti l’ambiente: il progetto Ripple

Dietro al progetto di Ripple, la casa a zero consumi ideata da un gruppo di studenti e ricercatori olandesi, non c’è solo un edificio sostenibile dai consumi e dalle dispersioni ridotte. C’è anche l’ambizione di trasmettere dei valori e dei principi per la salvaguardia dell’ambiente (e un’app che premia se questi vengono soddisfatti).
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Gaia Cortese 17 Gennaio 2022

Dietro al progetto della casa a zero consumi progettata a Eindhoven, in Olanda, c’è una grande ambizione: quella di portare sempre più persone a pensare che è possibile progettare e costruire con alti standard di qualità, rispettando comunque l’ambiente.

La casa in questione si chiama Ripple, un termine inglese che tradotto in italiano significa “ondulazione”. Il progetto studiato all’Università di Eindhoven, infatti, sembra essere in grado non solo di modularsi e adattarsi a qualsiasi contesto urbano, ma di diventare un esempio per il settore dell’edilizia sostenibile.

Ma partiamo dall’inizio, al momento in cui alcuni studenti e ricercatori VIRTUe dell’University of Technology di Eindhoven, si sono impegnati nello sviluppare un sistema abitativo innovativo, efficiente e di alta qualità.

La struttura del progetto è quella di un modulo che si può adattare a più contesti e pertanto può rappresentare una possibile soluzione alla sempre più imperante espansione urbana; basti pensare che trattandosi di un modulo di dimensioni ridotte può essere pensato anche per essere collocato sul tetto pianeggiante di alcuni edifici che già esistono.

Nel progettare Ripple l’attenzione si è focalizzata su consumi e dispersioni, ovviamente da ridurre il più possibile. Oltre all’impiego di pannelli fotovoltaici posti sulla copertura e integrati sulle facciate, il progetto impiega un sistema intelligente, chiamato EQUI, in grado di distribuire il consumo energetico durante la giornata nella maniera più economica: così mentre le lavatrici vengono programmate nelle ore notturne perché costa meno, anche il sistema di riscaldamento si regola in base alla presenza o meno di persone in casa.

Tutti i componenti e i materiali impiegati per la costruzione di questo modulo abitativo sono riutilizzabili, così da ridurre notevolmente l’impatto della costruzione sull’ambiente. Un pensiero che fino a qualche decennio fa, sicuramente occupava una posizione meno determinante nella progettazione urbanistica. Il tetto di Ripple strizza poi l'occhio all'idea che aumentare il verde urbano sia una delle poche strade percorribili per ridurre l'inquinamento dell'aria: ecco quindi che  il tetto piano di ogni modulo può diventare un giardino pensile o in un orto urbano, dove produrre cibo a km zero e favorire la biodiversità.

L’obiettivo del team di studiosi e ricercatori che ha lavorato al progetto era anche quello di trasmettere alle persone una certa sensibilità ai temi legati alla sostenibilità. È stata così ideata anche un’app che si occupa di impartire i principi della sostenibilità. L’applicazione, infatti, spinge gli utenti a perseguire degli obiettivi di efficienza energetica e di riduzione dei consumi che, se raggiunti, vengono premiati con monete virtuali spendibili all’interno del “sistema” urbano dei moduli Ripple.