Norvegia, Finlandia e Svezia abbatteranno decine di lupi, ma gli animalisti chiedono all’UE di intervenire

I tre paesi scandinavi hanno stabilito nuove quote di abbattimento per i lupi grigi, suscitando la rabbia delle associazioni animaliste. La ragione, molto contestata, sta nel disturbo che gli animali arrecano agli allevamenti e, soprattutto, all’attività dei cacciatori.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Martina Alfieri 17 Gennaio 2022

Norvegia, Finlandia e Svezia hanno appena decretato la morte di decine di lupi grigi, stabilita con l’aumento delle quote di abbattimento consentite dallo stato. Gli animalisti parlano di una vera e propria strage, e chiedono all’Unione Europea di intervenire per impedire che gli animali vengano uccisi. La ragione principale per cui i tre paesi hanno deciso di eliminare i lupi è legata alle presunte interferenze che essi hanno con le attività di pastorizia e, soprattutto, con la caccia.

In Svezia, i cacciatori hanno già abbattuto 27 esemplari, avvicinandosi alla soglia annua consentita. La Finlandia, invece, si appresta a dare il via libera per la prima volta l’uccisione di 20 lupi. Il record negativo è però detenuto dalla Norvegia: durante l’inverno in corso, verranno uccisi fino a 51 lupi (pari al 60% di quelli che vivono nel paese scandinavo). L’obiettivo è quello di arrivare a ridurre la popolazione a sole tre coppie.

"È una situazione orribile", ha dichiarato al Guardian Siri Martinsen, amministratore delegato di Noah, gruppo che si batte per i diritti degli animali e che sta contrastando per vie legali la caccia al lupo in Norvegia. "La gestione dei lupi in Norvegia è fuori controllo e stanno sparando ai lupi solo perché ad alcune persone non piacciono. È oltraggioso tenere una specie ad un livello criticamente in pericolo".

Il motivo per cui i lupi della Norvegia sono maggiormente colpiti è che il paese, non essendo membro dell’Unione Europea, non deve adeguarsi alle leggi comunitarie ma solamente alla Convenzione di Berna sulla conservazione della fauna selvatica e degli habitat naturali, che consente di mantenere soglie di abbattimento più elevate.

Nonostante i tre paesi giustifichino gli abbattimenti dei lupi grigi con la necessità di tutelare gli allevamenti, le associazioni ambientaliste ritengono che il motivo principale sia legato alla caccia all’alce, un’attività molto diffusa nei tre paesi scandinavi, che verrebbe ostacolata dalla presenza dei lupi.

Ridurre così drasticamente la popolazione dei lupi grigi, però, potrebbe avere delle ricadute difficilmente prevedibili sull’equilibrio dell’habitat naturale. Secondo gli ambientalisti, che ogni anno si trovano a protestare di fronte alle dure decisioni in particolare della Norvegia, il vero passo avanti sarebbe quello di imparare a valorizzare la presenza del lupo all’interno degli ecosistemi, smettendo di demonizzarlo e riconoscendone l’importanza.