Nuova Zelanda: le balene non trovano cibo a causa del terremoto

I terremoti causano gravi problemi non solo per gli esseri umani e gli animali in superficie, ma anche per i mammiferi marini e le altre specie che vivono in acqua. Le balene possono bloccare la ricerca di cibo fino a un anno con gravi conseguenze.
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Alessandro Artuso 18 Febbraio 2020

Il terremoto è da sempre per noi esseri umani una delle più grandi paure. Le cose non vanno meglio per gli animali, con terribili conseguenze sulla catena alimentare. Le scosse che colpirono il 14 novembre 2016 Kaikoura nella zona meridionale della Nuova Zelanda provocarono disastrosi effetti sui mammiferi marini. Le balene interruppero drasticamente la loro capacità di cacciare come spiega lo studio "Deep-Sea Research Part I: Oceanographic Research Papers". In quel caso le balene non cacciarono più o meno un intero anno.

Le conseguenze dei terremoti

Le forti correnti dovute al terremoto del 2016 hanno ucciso vari ecosistemi che vivevano nella zona del canyon sottomarino di Kaikoura. Le frane invece hanno reso più scura l’acqua trascinando per centinaia di chilometri gli animali. I capodogli per trovare il cibo sono quindi stati costretti a immergersi ancora più in profondità, causando dei cambiamenti di non poco conto. Questa situazione si aggiunge alla già precaria condizione delle balene, animali a rischio estinzione. Lo scopo dello studio è quello di approfondire le poche conoscenze sul comportamento marino degli animali in seguito ai terremoti.

Dove si trova Kaikoura

Il canyon subacqueo di Kaikoura ha una profondità di circa 800 metri. La penisola si trova a cinque chilometri dall’Oceano Pacifico e fu colonizzata dai Maori per circa un millennio passando successivamente agli europei che iniziarono la caccia alla balena. Dagli anni Venti è stata posta la parola fine alla caccia e quindi il numero di balene è salito, permettendo a Kaikoura di diventare una destinazione popolare per l’avvistamento dei grossi cetacei.