
Se dico “oasi” è probabile che ti venga in mente un’isola rigogliosa in mezzo al deserto in cui rigenerarti e trovare sollievo dopo un percorso molto faticoso. Sebbene non si trovino nel bel mezzo di aree aride e prive di forme di vita, le oasi di cui sto per parlarti hanno più o meno lo stesso scopo, ovvero salvaguardare la vita e la biodiversità. Sono le Oasi WWF.
Detta così potrà sembrarti complicata, ma la realtà è che le cosiddette oasi non sono altro che delle aree naturali protette il cui scopo è quello di salvaguardare un determinato ambiente e le specie che ci vivono dentro. In pratica, è uno spazio gestito dall’uomo in cui però l’habitat e i suoi abitanti vengono protetti in modo tale da riuscire a conservare il proprio equilibrio e garantire la prosecuzione della loro esistenza. Ovviamente all’interno delle oasi è vietata la caccia o qualunque altra attività che potrebbe danneggiare le forme di vita, animali o floreali, che vi si trovano. In Italia, di oasi ce ne sono tantissime e coinvolgono tutti i tipi di paesaggio e bio-universo presenti nello Stivale. La loro gestione è affidata ad associazioni come Lipu, Legambiente o WWF. Quelle di quest’ultima organizzazione sono forse le più famose.
La prima oasi creata in Italia è proprio del WWF e risale al 1968 quando l’associazione, attiva da appena un anno, prese in affitto il Lago di Burano, in Toscana, a quattro milioni di lire l’anno, facendone uno spazio di protezione degli uccelli. Con il passare degli anni, gli spazi diventati oasi WWF in Italia sono diventati sempre di più (a cominciare da Bolgheri, Orbetello, Punte Alberete) fino a dar vita a una delle principali reti di aree protette in tutta Europa.
Oggi le oasi WWF sono 106 e coinvolgono più di 31.000 ettari di territorio italiano in tutte le Regioni della penisola. Molte sono di proprietà diretta dell’associazione, circa 6.500 ettari, altre appartengono a privati ma vengono gestite tramite accordi di affiliazione, altre ancora sono gestite da associazioni, comitati locali e altre forme organizzative.
Per mettere in pratica un sistema di gestione delle aree protette più strutturato, dal 2007 diverse aree sono state affidate alla Società WWF Oasi, soggetto gestore di gran parte delle oasi dell’associazione, per un totale di 34 aree corrispondenti a circa 18.000 ettari.
Le oasi WWF sono visitate ogni anno da migliaia di persone che vogliono ritrovare un contatto vero e reale con la natura nel suo stato originario, vedere con i propri occhi specie che altrove non potrebbero incontrare e conoscere meglio alcune zone e alcuni aspetti speciali e nascosti del patrimonio naturale italiano. E le possibilità sono infinite.
Queste aree protette infatti rappresentano il territorio della Penisola nella sua totalità. Visitandole, infatti, puoi entrare in contatto con qualunque tipo di paesaggio ed ecosistema presente in Italia, tra cui praterie, montagne, cascate, foreste mediterranee, compresi i loro abitanti. Infatti, l’esistenza di questi luoghi ha permesso (e permette tuttora) la salvaguardia di specie, sia floreali che animali, a rischio estinzione come la lontra, il lupo, il cervo sardo, la testuggine acquatica e molti altri.
All’interno delle oasi è infatti possibile percorrere sentieri, seguire percorsi didattici toccando con mano e capendo personalmente l’importanza di proteggere le realtà più fragili, fare attività di birdwatching e lezioni su specie endemiche, assistere alla liberazione di animali feriti e poi riabilitati. Insomma, un’esperienza unica resa possibile grazie a tutti i volontari che ogni giorno operano in queste realtà e a tutti i cittadini che hanno deciso di contribuire con una piccola donazione.