Occhio a frutta e verdura! Legambiente segnala che il 44% di frutta e verdura ora contiene pesticidi revocati dal mercato

L’Italia mette in commercio ancora troppi prodotti con tracce di pesticidi, tra cui alcuni fuori commercio da almeno due anni. È questo quel che emerge dall’ultimo rapporto “Stop Pesiticidi” di Legambiente in collaborazione con Alce Nero.
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Francesco Castagna 20 Dicembre 2022

Secondo le ultime ricerche condotte da Legambiente, il 44% circa della frutta e della verdura che si consuma in Italia contiene tracce di pesticidi. L'analisi fatta a campioni rileva che gli alimenti con i pesticidi sono  il 44%, rispetto al 36% dell'anno scorso.

Solamente il 55% dei campioni risulta senza fitofarmaci, questo è quanto emerge nel nuovo rapporto "Stop pesticidi" di Legambiente in collaborazione con Alce Nero. L'indagine ha preso in considerazione una quantità di 4.313 campioni di alimenti, sia di origine vegetale che animale. La percentuale di campioni irregolari, ovvero quelli con i principi attivi oltre i limiti consentiti, equivale all'1%, ma è importante sottolineare come solamente il 54,8% del totale dei campioni risulti senza residui di pesticidi.

Per evitare che ciò si verifichi, bisogna creare una situazione in cui ci sia una corretta applicazione delle norme di gestione agronomica, tutelare l'agricoltura biologica e ,in ultimo, l'utilizzo delle specie antagoniste e fitofarmaci di origine naturale.

Tra la frutta e la verdura, il primo è senza dubbio il tipo di alimento più colpito da questo fenomeno. "Oltre il 70,3% dei campioni contiene uno o più residui. Da segnalare l’uva da tavola (88,3%), le pere (91,6%) e i peperoni (60,6%). Tra gli alimenti trasformati, il vino e i cereali integrali sono quelli con maggior percentuali di residui permessi, contando rispettivamente circa il 61,8% e il 77,7%", segnalano gli autori del rapporto di Legambiente.

E non solo, tra i dati preoccupanti che non ci devono assolutamente lasciare indifferenti vi è il fatto che, segnala Legambiente, tra i pesticidi più presenti si trovano ancora fitofarmaci revocati dal mercato dal 2020. Prodotti come il Thiacloprid, rinvenuto in 2 campioni di miele, in 1 pesca e in 1 mela, o tracce l'Imidacloprid, rinvenuto in 34 campioni tra albicocche, arance, banane, carciofi, mandarini, peperoni, uva e pomodori.

"È quindi necessario un impegno più incisivo, considerando la richiesta dell’Unione europea di raggiungere un taglio dell’uso del 62% dei pesticidi entro il 2030. Il nuovo governo prosegua nel solco tracciato e permetta davvero, come previsto anche dalla nuova nomenclatura del Ministero, al made in Italy sano e pulito di divenire apripista del cambiamento", ha detto Giorgio Zampetti, Direttore Generale di Legambiente.