
L’Isola delle Rose, la piattaforma ideata dall’ingegnere bolognese Giorgio Rosa, è realtà, ma questa volta non c’è nessun motivo di svago. In Corea del Sud è stata progettata una vera e propria città flottante dal nome Oceanix, per rispondere al problema dell’innalzamento del mare che rischia di sommergere intere città in tutto il mondo.
Come sai, quasi tutte le civiltà si sono sviluppate nel tempo vicino ai corsi d’acqua o alle coste e attualmente milioni di persone vivono poco sopra al livello del mare. Secondo stime dell’IPCC riportate dalla Nasa, si prevede un aumento del livello del mare compreso tra 0,3 e 0,6 metri entro il 2100. Questa situazione metterebbe a rischio tantissime città del mondo. Se abiti a Venezia o ci sei stato almeno una volta sai già di cosa ti sto parlando, in Italia lo scenario non promette bene. Per l’ENEA “Il fenomeno dell’innalzamento riguarda praticamente tutte le regioni italiane bagnate dal mare per un totale di 40 aree costiere a rischio inondazione”, da Trieste fino alla Calabria.
Tutti questi fenomeni, come puoi immaginare, sono la conseguenza diretta dell’inquinamento e del riscaldamento globale, che passa dallo scioglimento dei ghiacciai fino all’espansione termica dell’acqua marina. Un fatto che accade perché i mari assorbono calore dall’atmosfera e quando l'acqua diventa più calda, devi sapere che modifica anche il volume, che si espande aumentando di riflesso il volume totale dei mari.
Per cercare di trovare soluzioni possibili a questi scenari negativi la blue tech company Oceanix ha progettato una città galleggiante che sorgerà proprio di fronte alla città metropolitana di Busan, nella Corea del Sud. Il progetto è stato finanziato anche dall’Onu, tramite il programma UN-habitat volto a fornire “modelli di prevenzione e risposta efficaci alle crisi urbane”, e dovrebbe vedere la luce nel 2025. Uno scenario da film come quello di Waterworld con Kevin Costner che già nel 1995 prospettava un mondo sommerso dagli oceani.
Due ettari di edifici costruiti per quartiere, con materiale riutilizzabile locale, come il bambù. Potrà estendersi fino a 75 ettari e potrà ospitare fino a 100mila residenti. Eco-alloggi con vista sul porto, ristoranti biologici, terrazze comuni. E ancora negozi di eco-vendita e punti ristoro locali con cibo a km 0. Ci saranno orti comuni per gli alimenti e anche la mobilità seguirà la filosofia della condivisione.
Barche non inquinanti trasporteranno in gruppo i residenti , e comunque sarà possibile attraversare a piedi o in bici le varie piattaforme a forma di esagoni. Inoltre, sotto alle piattaforme sono state installate delle biorocce, rocce artificiali create grazie al passaggio di corrente in grado di pulire l’acqua e rigenerare l’ecosistema sottostante.
Le fonti energetiche sono rinnovabili. L’energia infatti proviene dai pannelli solari installati su ogni abitazione della piattaforma. La città prenderà energia anche dalle pale con un sistema di alimentazione eolica, in più sfrutterà il movimento delle onde del mare. L’acqua sarà convertita, verrà filtrata quella del mare grazie a sistemi di raccolta, filtraggio, riciclaggio e distillazione.
E per i rifiuti? Gli ingegneri e i ricercatori di Oceanix hanno ideato un sistema a circuito chiuso che trasformerà i rifiuti in energia, materie prime agricole e materiali riciclati.
Sembra che il sistema delle città flottanti stia prendendo sempre più piede come possibile soluzione, già altre società come NEOM sono pronte alla concorrenza, con centri ancora più sviluppati, sostenibili e tecnologici.