Oggi è l’Overshoot Day: rispetto al 2019 cade tre settimane dopo, ma non per merito dell’uomo

Il 22 agosto sono finite le risorse naturali che il pianeta è in grado di rigenerare nel corso di un anno. Nel 2019 il giorno dello sovrasfruttamento della Terra era stato il 29 luglio, ma è stata la pandemia ad aver giocato un ruolo fondamentale nella riduzione dei consumi e delle emissioni di carbonio.
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Federico Turrisi 22 Agosto 2020

Oggi 22 agosto andiamo a debito e scarichiamo sulle prossime generazioni il peso dell'eccessivo sfruttamento del pianeta. Abbiamo infatti esaurito le risorse che gli ecosistemi naturali della Terra riescono a rigenerare nell'arco di un anno. Vuol dire che consumiamo troppo e un pianeta non ci basta più.

In tutto questo c'è una buona notizia: quest'anno l'Overshoot Day è arrivato in ritardo rispetto al 2019, quando finimmo le risorse naturali messe a disposizione dal pianeta il 29 luglio. Era da 15 anni che la Global Footprint Network (l'organizzazione internazionale che ha ideato il metodo di calcolo per determinare la data, dividendo la biocapacità globale per l'impronta ecologica dell'umanità e moltiplicando per 365) registrava l'Overshoot Day così tardi. Ma non si può cantare vittoria. Il ritardo di tre settimane è da attribuire soprattutto al lockdown imposto nella maggior parte dei Paesi del mondo in seguito all'emergenza sanitaria legata al coronavirus SARS-CoV-2.

Insomma, il motore economico globale è stato costretto a rallentare a causa della pandemia e questo ha spostato in avanti la data. A incidere in maniera rilevante sono stati la riduzione dell'impronta di carbonio (-14,5%) a seguito della flessione dei consumi energetici, e il calo del consumo di beni forestali (-8,4%) per via della contrazione della raccolta di legname, di cui c'è una minore domanda. Tuttavia, l'uomo continua ad utilizzare il 60% in più di quanto si possa rinnovare. In pratica, è come se consumassimo le risorse di 1,6 pianeti Terra.

Per invertire la tendenza non possiamo certo affidarci a una pandemia e alle misure di contenimento straordinarie adottate dai governi. Se vogliamo salvaguardare il pianeta, occorre un cambiamento strutturale del nostro modo di produrre, distribuire e consumare beni, in un'ottica di gestione responsabile delle risorse naturali che offre il nostro pianeta. L'unico a disposizione.