Ogni anno sei miliardi di tonnellate di sabbia vengono prelevate dagli oceani: l’allarme dell’ONU

Le Nazioni Unite continuano a mettere in guardia dai danni dello sfruttamento della sabbia, che ogni anno viene prelevata dai fondali oceanici in quantità enormi, quasi inimmaginabili.
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Sara Polotti 10 Ottobre 2023

La sabbia non è un bene naturale rinnovabile. Eppure continuiamo a sfruttarla, spesso non sapendo che è alla base di moltissimi prodotti. Il vetro per esempio, ma anche il cemento. È possibile quindi solo immaginare le quantità di sabbia che vengono prelevate ogni anno dai fondali oceanici.

Secondo le Nazioni Unite, si parla addirittura di sei miliardi di tonnellate, ovvero più di un milione di camion dell'immondizia ogni giorno. Che si riferiscono esclusivamente alla sabbia marina: quella totale raggiunge i 50 miliardi di tonnellate

L'importanza della sabbia

La sabbia, secondo il programma ambientale delle Nazioni Unite, svolge un ruolo strategico per l'ambiente. Ha un'importanza fondamentale in numerosi ecosistemi, ma allo stesso tempo è stata messa al centro dell'economia mondiale. Tuttavia, non può essere "prodotta dal pianeta in quantità sufficienti per soddisfare la domanda di un mondo di 10 miliardi di persone senza politiche, piani, regolamentazioni e gestione efficaci".

Essendo sfruttata così massivamente, è naturale che sia protagonista degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite, sia direttamente che indirettamente.

Oltre a questo, gli esperti hanno dichiarato chiaramente che alcune imbarcazioni agiscono come veri e propri aspirapolvere, smuovendo e prelevando la sabbia e i microorganismi di cui si nutrono i pesci e che stanno proprio tra la sabbia. Questo porta a squilibri enormi per la biodiversità: certi esseri viventi non trovano più il proprio sostentamento, rischiando a loro volta l'estinzione.

"La portata degli impatti ambientali delle attività di estrazione in acque poco profonde e del cosiddetto dragaggio è allarmante", ha dichiarato Pascal Peduzzi, responsabile del centro di analisi GRID-Geneva dell'UNEP alla BBC.

I nuovi strumenti di analisi

Oltre ad aver diffuso i nuovi dati, il programma delle Nazioni Unite ha annunciato il lancio di un nuovo strumento di analisi.

Si chiama "Marine Sand Watch" e l'obiettivo è monitorare le attività di sfruttamento della sabbia utilizzando il tracciamento marino e l'intelligenza artificiale.

Le raccomandazioni delle Nazioni Unite

Pur consapevoli che la sabbia sia essenziale per la vita umana dal punto di vista artificiale – dal momento che è utilizzata per la costruzione di edifici, strade, impianti energetici, pannelli solari e numerosissimi altri impieghi – è bene puntare l'attenzione sul ruolo della sabbia nell'ambiente naturale. Al suo interno si annidano numerosissimi micro-organismi e rappresenta un rifugio sicuro per molte altre specie acquatiche. E, non ultimo, protegge le coste dagli innalzamenti del livello del mare.

Oltre a rivedere le quantità consentite, si dovrebbero quindi vietare certe pratiche, come per esempio il "dredging" (il dragaggio) quantomeno dalle zone costiere, per proteggere le spiagge e le coste.