Omicidio Tramontano, condannata la cognata di Impagnatiello: “Comprò l’auto per farlo risultare nullatenente”

Il Tribunale Civile di Milano ha condannato la cognata di Alessandro Impagnatiello a risarcire la famiglia Tramontano con circa 20mila euro. Avrebbe acquistato l’auto del barman per ridurre il suo patrimonio, cercando così di evitarne il pignoramento in caso di condanna. La decisione dei giudici rappresenta un passo importante anche sul piano civile, riconoscendo il tentativo di elusione patrimoniale come atto lesivo nei confronti dei familiari della vittima.
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Redazione 27 Agosto 2025

Il Tribunale Civile di Milano ha condannato la cognata di Alessandro Impagnatiello a risarcire la famiglia Tramontano. Avrebbe acquistato l’auto del barman per ostacolare i risarcimenti, riducendo il suo patrimonio.

Condanna per la cognata di Impagnatiello: deve risarcire la famiglia di Giulia Tramontano

Un nuovo capitolo si aggiunge al caso dell’omicidio di Giulia Tramontano, la giovane incinta uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello. Il Tribunale Civile di Milano ha stabilito che la cognata dell’imputato dovrà risarcire con circa 20mila euro la famiglia della vittima. Il motivo? Avrebbe acquistato l’auto di Impagnatiello con l’intento di ridurne il patrimonio personale, facendolo apparire nullatenente e quindi limitando la possibilità di un effettivo risarcimento civile.

Una compravendita “strumentale” per eludere i risarcimenti

Secondo quanto ricostruito dai giudici, l’operazione di compravendita dell’auto non rispondeva a reali esigenze economiche, ma aveva come scopo quello di diminuire la consistenza patrimoniale di Impagnatiello. Un atto ritenuto illecito e lesivo nei confronti dei familiari di Giulia, che attendono giustizia anche sul piano civile. La cognata è stata quindi ritenuta responsabile in concorso per aver ostacolato il diritto al risarcimento.

Il contesto: l’omicidio e il processo in corso

Alessandro Impagnatiello è attualmente sotto processo per l’omicidio volontario aggravato di Giulia Tramontano, avvenuto nel maggio 2023 a Senago, alle porte di Milano. La vicenda ha avuto un enorme impatto mediatico, anche per via della giovane età della vittima e del fatto che fosse al settimo mese di gravidanza. I familiari di Giulia si sono costituiti parte civile nel procedimento penale e parallelamente hanno avviato azioni legali in sede civile per ottenere un risarcimento.

Il commento degli avvocati: “Atto grave e premeditato”

Gli avvocati della famiglia Tramontano hanno definito la sentenza del Tribunale Civile come un importante riconoscimento della verità anche fuori dall’aula penale. Secondo la loro ricostruzione, il tentativo della cognata di proteggere i beni di Impagnatiello è stato un gesto “grave, premeditato e contrario alla giustizia”, volto a ostacolare la riparazione dei danni subiti dai familiari della vittima.