Ora è ufficiale: la Nuova Zelanda vieterà l’esportazione via mare di animali vivi dal’ aprile 2023

La decisione di interrompere dalla prossima primavera le esportazioni di animali vivi arriva a due anni dall’affondamento della nave Gulf Livestock 1 in cui persero la vita quasi 6000 bovini e 41 membri dell’equipaggio. Per il Governo si tratta di una scelta etica e nell’interesse degli allevatori.
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Martina Alfieri 29 Settembre 2022

La Nuova Zelanda è una terra remota e trasportare in nave animali vivi significa sottoporli a lunghi giorni di stress e sofferenza. Per questo motivo il Governo neozelandese ha appena firmato un emendamento che prevede, a partire dalla primavera del 2023, il divieto di esportare animali vivi via mare.

Lo stop arriva a poco più di due anni da un tragico evento che rimbalzò anche sulla stampa internazionale: nel settembre 2020, un tifone causò l’affondamento della nave mercantile Gulf Livestock 1 che costò la vita a circa 6000 bovini e a 41 membri dell’equipaggio.

L’episodio ha messo in luce i rischi legati al trasporto di animali vivi e ha dato forza al movimento che chiedeva la legge per il blocco delle esportazioni di bestiame che, per la gioia di tutti gli animalisti, entrerà finalmente in vigore il prossimo 30 aprile.

A chi è preoccupato per le conseguenze economiche che potrebbero derivare dal divieto – il commercio di animali vivi pesa lo 0.6% sul totale delle esportazioni del settore primario neozelandese – risponde, attraverso un comunicato, il ministro dell’Agricoltura Damien O'Connor:

Il periodo di transizione di due anni ha permesso a coloro che sono stati colpiti dal divieto di avere il tempo sufficiente per adattare i loro modelli di business e le loro catene di approvvigionamento per tener conto dell'eliminazione dell’esportazione”.

In effetti, la misura per migliorare il benessere animale era già stata annunciata per consentire al settore di adattarsi al cambiamento. Inoltre il divieto, continua il ministro, "protegge la reputazione non solo dei nostri allevatori di oggi, ma anche di quelli del futuro che vorranno impegnarsi nell'allevamento con la certezza che siamo i migliori gestori del benessere animale e produttori di proteine animali etiche per il mondo".

Il tema dell’importazione ed esportazione di animali vivi rappresenta tuttora un nodo centrale dell’impegno animalista e la scelta della Nuova Zelanda potrebbe guidare anche altri Paesi, nei prossimi anni, a ripensare il commercio di bestiame dando più valore al benessere animale.