
Cani, gatti e altri animali da compagnia non possono essere trattati come degli oggetti, di cui magari liberarsi a proprio piacimento. Diversi documenti (come per esempio la Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia) e leggi riconoscono che sono esseri senzienti, cioè esseri in grado di percepire il piacere e il dolore, la paura e lo stress.
La normativa vigente in Italia vieta la soppressione degli animali d'affezione (e attenzione, solo quelli d'affezione, perché diverso è il caso degli animali da reddito e di quelli da laboratorio), salvo casi di particolare e comprovata gravità, come per esempio quando l'animale soffre di una malattia inguaribile. Ciò significa che il proprietario di un cane o di un gatto non può, in base a un capriccio, prendere la decisione di far sopprimere il proprio animale se questo non ha particolari problemi di salute. E in assenza di necessità il medico veterinario non è tenuto a sopprimere un cane su richiesta del proprietario, in quanto è una persona che, seguendo un codice deontologico, agisce nel rispetto della tutela e del benessere degli animali. Altrimenti si commetterebbe il reato previsto dall’articolo 544 bis del codice penale, ovvero "uccisione di animali", punito con la reclusione da quattro mesi a due anni.
In Svizzera la situazione è un po' diversa: l'articolo 26 della legge federale sulla protezione degli animali (LPAn) prevede che sia perseguibile penalmente soltanto "chi uccide animali con crudeltà o per celia". Recentemente, ha suscitato scalpore la triste storia del cane Sturn. Sordo e cieco, l'animale era stato adottato da una donna residente in Canton Ticino, ma la convivenza, soprattutto con l'altro animale di casa, si era rivelata assai difficile. Sturn abbaiava troppo e così la padrona ha deciso di portarlo dal veterinario per farlo sopprimere. Il cane, registrato nella banca dati svizzera a nome della signora, è stato così sottoposto a eutanasia. Il veterinario potrebbe non avere mantenuto un comportamento corretto dal punto di vista deontologico, ma non ha commesso alcun illecito per la legge svizzera. E così anche la proprietaria del cane.
Questa vicenda ha fatto emergere un vuoto legislativo e ha dato l'impulso alla presentazione di un'iniziativa cantonale per vietare l’eutanasia di animali da compagnia sani. L'iniziativa è portata avanti da Sabrina Aldi e Tamara Merlo, deputate del Gran Consiglio del Canton Ticino, cioè l'organo legislativo del Cantone, che dovrà votarla probabilmente il prossimo autunno. Se dovesse essere approvata, il Ticino potrà chiedere a Berna di cambiare la legge federale. Un iter abbastanza complesso, per cui ci vorrà del tempo prima di vedere i possibili frutti di questa campagna.
Parallelamente, le associazioni animaliste hanno lanciato una petizione sulla piattaforma change.org, rivolta proprio al Gran Consiglio del Canton Ticino, affinché si faccia "promotore presso le Autorità federali di questo cambiamento legislativo, che risponde a una mutata percezione e sensibilità della popolazione nei confronti del mondo animale". Dopo pochi giorni dalla pubblicazione ha già raccolto oltre 23 mila firme.
"La petizione è stata lanciata per dare un sostegno popolare all'iniziativa cantonale. Diciamo che generalmente la petizione è uno strumento poco efficace per cambiare le norme, mentre con l'iniziativa cantonale gli organi preposti, il parlamento cantonale prima e quello federale poi, devono entrare nel merito, anche solo per dire no", commenta Tamara Merlo. "Molte persone qua in Svizzera sono cadute dalle nuvole alla notizia che è possibile fare una cosa del genere, perché ovviamente la maggior parte delle persone non fa sopprimere il proprio animale domestico se è sano. L'eutanasia va valutata solo per aiutarlo e per evitargli sofferenze, non perché la gente si è stufata di avere in casa un cane".