dati salute al datore di lavoro

Patologie e dati sensibili, sono da comunicare al datore di lavoro?

Se soffri di qualche malattia sei tenuto o meno a rivelarlo al datore di lavoro? In realtà no ma sarebbe bene informare il medico competente per poter predisporre le precauzioni del caso. In caso di assenza, dovrei portare un certificato medico senza l’obbligo di specificare la diagnosi.
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Evelyn Novello 9 Aprile 2024
* ultima modifica il 09/04/2024

Se soffri di una patologia cronica o che comunque richiede terapie a lungo termine, ti sarai probabilmente chiesto se tu debba comunicarla al datore di lavoro, anche solo per giustificare le assenze che ti potrebbero essere necessarie.

Il testo di riferimento è il Decreto Legislativo 196/2003, la normativa sulla privacy, che identifica le informazioni relative allo stato di salute come dati sensibili, e quindi oggetto di specifiche attenzioni di riservatezza, così come anche i dati relativi all'origine razziale ed etnica e le opinioni politiche, religiose, sindacali e filosofiche.

Il lavoratore non è tenuto a rivelare informazioni di questo tipo ma, anche vero che, come stabilito dallo Statuto dei lavoratori, il datore di lavoro può controllare l'idoneità fisica dei suoi dipendenti e possono essere stabilite visite mediche preventive in fase preassuntiva dal medico competente o dai dipartimenti di prevenzione delle ASL.

Questi controlli sono stati pensati per poter predisporre misure a tutela della salute psico-fisica dei lavoratori anche in relazione alle modalità di lavoro.

Date queste premesse, devi ricordare che il datore di lavoro è sempre responsabile della sicurezza sanitaria e il medico competente ha proprio la funzione di tutelare la sicurezza del personale sul luogo di lavoro. La scelta di comunicargli una tua problematica di salute può essergli utile per predisporre le precauzioni del caso.

Sottoporsi alla visita di controllo al lavoro e rivelare al medico le tue patologie non significa informare anche il datore di lavoro. Questo può essere infornato solo sulla tua capacità o incapacità di svolgere le tue mansioni lavorative ma senza informazioni attinenti alla diagnosi. Insomma, se non comunichi al medico competente una patologia pregressa e avrai complicanze di salute sul luogo di lavoro, il datore non ne risponde se ha osservato gli obblighi di sicurezza standard previsti per legge.

Se per qualche motivo intendi parlarne direttamente al datore di lavoro, ricorda che, come dispone l'Art 60 della normativa sulla privacy, i dati relativi alla salute, alla vita sessuale o all'orientamento sessuale possono essere trattati, quindi conosciuti da altri, solo in specifici casi regolati dalla legge, quindi, di base, è obbligato alla riservatezza.

Se, infine, hai necessità di stare a casa per sottoporti a cure mediche, ricorda che il datore di lavoro ha facoltà di conoscere le tue reali condizioni di salute. Per consentirlo, dovrai fornire all'amministrazione di appartenenza documenti che possano giustificazione l'assenza, quindi un certificato medico contenente la sola indicazione dell'inizio e della durata presunta dell'infermità, quindi la prognosi. In assenza di speciali disposizioni previste per legge, il datore di lavoro pubblico non è legittimato a raccogliere certificazioni mediche contenenti anche informazioni sulla diagnosi.

Fonti | GPDP; GPDP

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.