Pelle vegana prodotta dagli scarti della lavorazione del sughero: così si rinnova il fashion

Un capo di pelle che permette una lavorazione più sostenibile di quella tradizionale, vera o sintetica. É stata la sfida di una startup sarda che ha inventato il Corskin, una sorta di similpelle prodotta dagli scarti della lavorazione del sughero. E il Nanocork, un fissaggio e colorante naturale che permette di risparmiare fino al 90% di acqua.
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Evelyn Novello 4 Ottobre 2023

Immagina indossare un capo di pelle che non prevede né la sofferenza animale né l'impiego della plastica. Ebbene, è possibile e potrebbe diventare la normalità. Si tratta di un pellame vegano che proviene esclusivamente dagli scarti della lavorazione del sughero. E stiamo parlando di tonnellate di scarti, sfridi che i centri di produzione di tappi eliminano perché solo una piccola parte del materiale viene usata per la colmatazione dei pezzi più pregiati. Cercare di sostituire la pelle vera o sintetica, prodotta con materiali assimilabili alla plastica, è stata la sfida dell'industria del fashion, in particolare di una startup italiana, creatrice di questo tessuto rivoluzionario.

La farina derivante dagli scarti del sughero, se scaldata in forno, può diventare una sorta di plastilina che si può modellare. Da queste lavorazioni è nato Corskin, una sorta di simil pelle contraddistinta dall'alto contenuto di particelle di sughero e resine plant-based provenienti da coltivazioni Ogm-free e da campi non sottratti all'agricoltura per l'alimentazione. Tra le particolarità di questo tessuto, la resistenza alla corrosione, è impermeabile e si può personalizzare con diverse texture e finissaggi. Rispetto alla pelle naturale, ma anche alla similpelle sintetica, l'impatto ambientale è molto più sostenibile, non scolorisce ed è elastico.

Il prezzo del Corskin, invenzione della startup sarda Lebiu, è in linea con i tessuti di fascia medio-alta. Si presta per la moda, ma anche l'automotive e l'arredamento. Il Nanocork, è invece, un finissaggio naturale che può essere applicato su tessuti diversi e consiste in un processo di micronizzazione delle particelle di sughero e acqua. Abbinato agli sfridi, acqua e altri componenti, il Nanocork viene nebulizzato in ambiente controllato su tessuti. Mentre per tingere una maglietta generalmente si impiegano dai 60 ai 100 litri di acqua, con Nanocork per ogni chilo di vestiti ne basta solo un litro e mezzo: prmette di risparmiare fino al 90% di acqua, prodotti chimici, ed energia, esteticamente crea un effetto naturalmente invecchiato e aumenta le prestazioni del capo in termini di isolamento termico e antistaticità. Che sia la rivoluzione dell'uso della pelle nell'industria della moda?