Per colpa del biossido di azoto ogni anno muoiono 1.500 persone solo a Milano: il dato drammatico di Cittadini per l’Aria

Oltre 1.500 decessi ogni anno a Milano potrebbero essere causati da un’eccessiva esposizione all’inquinante NO2. Cittadini per l’Aria ha coinvolto diversi abitanti per monitorare le concentrazioni di questa sostanza, rivelatesi molto più alte rispetto al limite segnalato dall’OMS.
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Sara Del Dot 20 Maggio 2021

Ogni anno a Milano circa 1.500 persone perdono la vita a causa dell’eccessiva presenza di un inquinante irritante e pericoloso. Si chiama biossido di azoto, NO2 e deriva principalmente dal traffico dei veicoli diesel, ma anche da attività industriali e dal riscaldamento. Le concentrazioni di questa sostanza troppo spesso superano i limiti segnalati dall’OMS per la tutela della salute dei cittadini e a dimostrarlo, oggi, ci sono i dati raccolti dagli stessi cittadini lombardi, elaborati grazie alla collaborazione con i ricercatori dell’Università degli Studi di Milano e del Dipartimento di Epidemiologia del Sistema Sanitario della Regione Lazio.

Questi dati sono emersi dai risultati della campagna NO2 No Grazie, lanciata nel 2017 da Cittadini per l’Aria che ha dimostrato come le concentrazioni di questo inquinante superino continuamente la soglia di 20µg/m3 segnalata dall’Organizzazione mondiale della Sanità.

La ricerca è stata portata avanti da un consistente gruppo di cittadini attenti alla salute propria e a quella dei loro cari che hanno posizionato centinaia di campionatori, i quali hanno raccolto informazioni che sono state poi elaborate grazie a un modello di machine learning (sistema di intelligenza artificiale) che ha potuto ricostruire la diffusione dell’inquinante nella città. I dati rappresentati su questa mappa risultante sono stati poi incrociati con quelli di popolazione e decesso del Comune di Milano e con i coefficienti di rischio elaborati in merito all’impatto dell’NO2 sulla salute delle persone.

Il risultato è stato una mappa complessiva della città di Milano in cui è possibile riscontrare l’impatto sanitario di questo inquinante per ogni zona della città. I ricercatori hanno stimato l’esposizione media della popolazione, concludendo che ogni persona è esposta mediamente a concentrazioni pari a 41,6µg/m3 (con diversi casi che raggiungono i 50µg/m3 o addirittura i 60µg/m3) nonostante il limite fissato dall’OMS per tutelare la salute sia fissato a 20µg/m3.

In sostanza, il biossido di azoto presente nella città di Milano provoca ogni anno la morte prematura di 1507 persone ogni anno. Detta in altri termini, una morte ogni dieci nella città di Milano potrebbe essere riconducibile alla presenza di questo inquinante.

“Milano sarà all’altezza delle grandi capitali internazionali solo quando chi la amministra saprà porre al centro delle politiche il diritto dei suoi cittadini di respirare aria pulita.” Ha dichiarato Anna Gerometta, presidentessa di Cittadini per l’Aria in occasione della presentazione del rapporto. “Al Governo chiediamo con forza di incrementare le azioni del PNRR sulla ciclabilità e la mobilità dolce nelle aree urbane perché quelli nella bozza del piano sono insufficienti.”

Quali sono le fonti di NO2

L’NO2 ovvero il biossido di azoto è un gas tossico dal forte odore pungente che trova le proprie fonti antropiche (quindi non naturali) principalmente nel traffico stradale, in particolare nei motori diesel, ma anche negli impianti industriali, gli impianti di produzione di energia elettrica, di riscaldamento domestico e incenerimento di rifiuti.

Gli effetti sulla salute

Il biossido di azoto è un gas irritante, può irritare polmoni e occhi e causare bronchiti ed edemi polmonari. Come testimonia anche il risultato del monitoraggio effettuato da Cittadini per l’Aria, l’esposizione costante ad alti livelli di NO2 in atmosfera può comportare diversi disturbi come asma, problemi del sistema respiratorio, malattie cardiovascolari, malattie metaboliche, tumori e incidere in modo consistente sulla mortalità nelle città.

A livello ambientale, poi, la presenza di NO2 può contribuire in maniera consistente alla formazione di piogge acide e degrado ambientale come appunto acidificazione ed eutrofizzazione.