
La Grande Barriera Corallina, uno dei gioielli naturalistici più preziosi dell'Australia, non corre il rischio di riportare gravi danni ambientali, ma bisogna monitorarla attentamente per vedere come reagisce all'aumento delle temperature oceaniche. Si è espresso così, in estrema sintesi, il Comitato del Patrimonio Mondiale dell'Unesco, che per il momento ha deciso di non inserirla nell'elenco dei siti patrimonio dell'umanità "in pericolo". In questo modo la Grande Barriera Corallina può conservare lo status di patrimonio mondiale dell'umanità, che aveva ottenuto nel 1981. Il governo australiano dovrà comunque redigere, entro febbraio 2022, un rapporto sugli sforzi compiuti per salvaguardarne l'integrità.
Lo scorso giugno l'Unesco aveva raccomandato al Comitato di aggiungere la barriera nella lista dei siti in pericolo per via del ripetersi degli episodi di sbiancamento dei coralli provocato dal cambiamento climatico. Quando infatti la temperatura dell'acqua aumenta in maniera eccessiva la barriera corallina tende ad andare sotto stress, e il tessuto vivo dei coralli muore, lasciando solo lo scheletro bianco. Come puoi capire, le conseguenze per l'intero ecosistema sono gravissime.
L'Australia ha quindi fatto pressioni per evitare il declassamento del sito da parte dell'Unesco e di fatto è riuscita ad ottenere un rinvio della decisione. Ma tutto questo rischia di rivelarsi soltanto un'operazione per prendere tempo. In un rapporto pubblicato lo scorso giugno dall'Unesco, si legge infatti che, nonostante il lavoro del governo australiano per migliorare la situazione, "non vi è alcun dubbio" che la Grande Barriera "stia affrontando un pericolo accertato". Se non si affronta la crisi climatica con misure immediate e incisive, il futuro della Grande Barriera Corallina rischia di essere a tinte fosche.