Perché la Pianura Padana è così inquinata?

Come mai la Pianura Padana sembra essere sempre ricoperta da una coltre di smog? E perché qui le concentrazioni di polveri sottili sono più elevate rispetto ad altre zone d’Italia? La risposta è un insieme di fattori: vediamoli insieme.
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Giulia Dallagiovanna 23 Maggio 2023

Se volessi misurare i livelli di biossido di azoto nell'aria, vedresti una gigantesca nube rossa proprio sopra la Pianura Padana. La copre interamente, ricalcandone i confini nel dettaglio. Più il rosso è intenso, più è alta la concentrazione di questo gas molto tossico e irritante. È una delle sostanze che formano lo smog e per quest'area dell'Italia è una presenza costante. Ma come mai? Il motivo è legato al cosiddetto fenomeno dell’inversione termica.

L'inversione termica

L'inversione termica è quel fenomeno per cui durante il giorno i raggi del sole raggiungono il suolo, riscaldandolo. Di notte invece, a causa delle temperature più basse, questo calore tende a salire verso l’alto, creando una specie di cappa che impedisce all’inquinamento cittadino di disperdersi.

Questa situazione di ristagno è aggravata dall’assenza di vento. Infatti l’enorme valle Padana è circondata su tre lati dalle montagne (Alpi ed Appennini), che come un muro bloccano i venti, impedendo all'inquinamento di disperdersi, e le precipitazioni, che aiuterebbero a ripulire l'aria.

Insomma, devi immaginare la Pianura Padana come una grande stanza, con una sola finestra (il mar Adriatico a est), in cui non è possibile creare “la corrente” per cambiare l’aria.

Ma se da una parte la tipica forma a “catino” della Pianura Padana crea una sorta di gabbia per l’inquinamento, dall’altro gli ampi spazi pianeggianti l’hanno storicamente resa un luogo ideale per vivere e lavorare.

Quanti abitano in Pianura Padana

Milioni di italiani, a partire dalla fine della prima guerra mondiale, hanno lasciato le proprie case nel sud, attratti dalle possibilità lavorative offerte dalle fabbriche in Pianura Padana. In quel preciso momento è iniziata una fase di straordinario sviluppo industriale, silenziosamente accompagnato dal proliferare dell'inquinamento.

Oggi, la Pianura Padana, è considerata uno degli ambienti più produttivi d'Italia e ospita oltre 19 milioni di abitanti, quasi il 33% di tutta la popolazione italiana. Una grande quantità di persone che si spostano in auto, oppure accendono i riscaldamenti. Compiono insomma delle azioni quotiane, due delle quali, però, sono tra le maggiori cause della formazione di polveri sottili.

L'inquinamento delle aziende agricole

Ancora più dannosa per la formazione dello smog in Pianura Padana è l’ammoniaca rilasciata da alcune aziende agricole. In quest'area si concentra il 90% degli allevamenti italiani che emettono ammoniaca. Capofila è la Lombardia, dove si trovano oltre la metà degli stabilimenti.

All'interno gli animali sono costretti a mangiare cibi ricchi di azoto, che una volta espulso viene trasformato dai batteri in grandissime quantità di ammoniaca che si disperde nell’aria. Le grandi quantità di ammoniaca, combinandosi con altre componenti atmosferiche come ossidi di azoto e di zolfo, generano le pericolose polveri sottili o PM2,5.

I rischi per la salute

La scarsa qualità dell’aria, piena di PM2,5, ha considerevoli ripercussioni sulla salute delle persone. Per farti un esempio una particella di polveri fini è grande 2,5 μm (micrometro), circa trenta volte più piccola del diametro medio di un capello umano. Più le particelle sono sottili, più penetrano in profondità nei polmoni e possono recare danni alla salute. Attacchi di asma, bronchiti e infezioni delle vie respiratorie sono le conseguenze più comuni.

Ma non solo. Le piante, note per purificare l'atmosfera dall’anidride carbonica, possono a lungo andare perdere questa capacità. Le particelle di PM2,5, oltre a causare effetti diretti come la perdita delle foglie, possono depositarsi sulle stesse riducendo la penetrazione della luce, impedendo l’assorbimento di CO2 e, di conseguenza, non permettendo alle piante di crescere sane.

Come si monitora la qualità dell'aria

Bisogna dire che la situazione per fortuna non è sempre così tragica. Infatti se monitori la qualità dell’aria sulle varie piattaforme che lo consentono, potrai notare come cambia di giorno in giorno. Il colore varia dal verde, al giallo, al rosso.

L'inquinamento dipende anche dal meteo: vento, pioggia e neve, come dicevamo prima, aiutano a disperdere gli inquinanti e a ripulire l'aria. Le gocce di pioggia, quando cadono verso il suolo, raccolgono le particelle sospese e le depositano a terra.

Inotre, ti sarà capitato passeggiando di imbatterti in piccole strutture che sembrano abbandonate. Sono le stazioni fisse dell’Arpa, l‘Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. Collocate in posizioni strategiche, come le vie trafficate, raccolgono i dati sulla qualità dell’aria e permettono di creare una vera e propria mappa da controllare prima di uscire di casa. Nell'immagine qui sotto trovi un esempio:

Credits photo: Google Maps

Le misure per ridurre le polveri sottili

In questo scenario, una speranza arriva dell’Agenzia europea per l'ambiente. In un rapporto sullo stato della qualità dell'aria in Europa ha infatti affermato che: "Quasi la metà delle città considerate ha il potenziale per ridurre le proprie concentrazioni annuali di PM2,5 del 30% o più, attraverso un'azione locale". Qualcosa in effetti si sta muovendo. Solo pochi mesi fa la commissione europea ha deciso di inserire gli allevamenti intensivi nella categoria delle industrie inquinanti, all'interno della direttiva europea che punta a ridurre le emissioni industriali.

Contemporaneamente nelle città si stanno diffondendo misure come: le zone a traffico limitato dov'è vietata la circolazione ai veicoli più inquinanti, i limiti sull’uso del riscaldamento invernale e la promozione del trasporto pubblico o del bike sharing.

Ma ci sono anche iniziative locali più piccole come le domeniche ecologiche, giornate all’insegna dell'ambiente in cui è vietato usare l'automobile, o i murales “mangia smog”, un’innovativa vernice che cattura le polveri sottili e depura l’aria.

Insomma, le città non devono per forza essere solo il punto di origine dell'inquinamento: possono diventare il luogo da cui comincia il cambiamento.