
Aggiornamento del 22 febbraio
Come ti avevamo spiegato qualche settimana fa, la tensione tra Russia e Ucraina ha avuto importanti conseguenze per quanto riguarda l'energia. La Germania ha infatti bloccato oggi l'avvio del gasdotto Nord Stream 2, come annunciato oggi dal premier tedesco Olaf Scholz: "È il passaggio amministrativo necessario, in questo modo non può esserci alcuna certificazione del gasdotto. E senza questa certificazione, Nord Stream 2 non può entrare in funzione".
La decisione del governo di Berlino rientra all'interno delle sanzioni contro il Paese guidato da Vladimir Putin, dopo il riconoscimento russo delle repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk. Come scrivevamo nell'articolo qui sotto, lo stop al Nord Stream 2 permette all'Ucraina di rimanere un paese di transito fondamentale per l'arrivo del gas in Europa. D'altro canto, la decisione tedesca significa una consistente perdita economica e politica per la Russia. Mosca, infatti, sfrutta la dipendenza dell'Europa dal suo gas per ottenere vantaggi politici: colpirla in questo modo significa indebolirla fortemente.
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Articolo del 9 febbraio
Da giorni sui giornali e in tv senti parlare tantissimo della tensione alla frontiera tra Russia e Ucraina. Per molti esperti uno scontro tra i due paesi potrebbe esplodere a breve, con serie conseguenze sulle vite di milioni di persone. Parliamo non solo di chi abita nei due paesi, ma anche dei cittadini di nazioni che dipendono dalle forniture di gas in arrivo da Mosca. Tra cui noi.
Devi sapere infatti che la Russia esporta oggi circa il 40% del gas naturale acquistato dall’Europa. Le tensioni di queste settimane fanno parte dei motivi per cui si parla tanto di caro-bollette: un possibile stop delle forniture russe potrebbe infatti rendere ancora più pesante l’incremento dei prezzi dell’energia, spinto anche da altri fattori. Un eventuale blocco del gas che dalla Russia arriva in Europa attraverso l’Ucraina avrebbe dunque un duro impatto sulle tue bollette, ma anche sull'economia. I prezzi dell’energia per le aziende diventerebbero insostenibili. Inoltre, sarebbero a serio rischio anche i servizi a carico degli enti locali.
A gettare ulteriore benzina sul fuoco è stato il presidente americano Joe Biden. Qualche giorno fa, l’inquilino della Casa Bianca ha fatto intendere di voler arrivare a fermare il progetto Nord Stream 2, in caso di invasione russa dell’Ucraina.
Ma cos’è il Nord Stream 2, e perché è così importante? Si tratta di un gasdotto – già realizzato, ma il cui avvio operativo è attualmente in stallo – che dovrebbe raddoppiare un'infrastruttura già esistente che trasporta gas dalla città settentrionale russa di Vyborg a quella tedesca di Greifswald.
Si tratta di un’infrastruttura importante per la sicurezza energetica della Germania, alla costante ricerca di diversificazione delle sue fonti di approvvigionamento. Ma anche di un’importante arma di ricatto per la Russia. Se Putin non hai mai dichiarato ufficialmente di voler tagliare le forniture all’Europa, che però sono già calate del 25% da maggio 2021 a oggi, suoi alleati di ferro come il presidente bielorusso Lukashenko non si sono fatti problemi a parlare chiaramente di questa ipotesi. Legarsi ulteriormente al gas russo potrebbe insomma rinforzare il peso di Putin nei confronti del Vecchio Continente.
Il gas è una variabile di cui devi tenere conto per capire i conflitti geopolitici recenti. Al giorno d'oggi, in un modo o nell'altro, ogni paese è a suo modo vulnerabile in termini di sicurezza energetica. Il problema per l’Ucraina è molto chiaro: i flussi di combustibile che attualmente arrivano in Europa passando per il suo territorio, con il Nord Stream 2 in attività potrebbero perdere importanza. La Russia potrebbe infatti decidere di aggirare Kiev, dirottando per altri canali (proprio come il Nord stream 2) il suo gas. Capirai dunque, anche guardando la cartina poco più sotto nell'articolo, perché gli Stati Uniti vogliano a tutti i costi evitarlo.
Nel 2024 dovrebbe infatti essere rinegoziato l’accordo tra Russia e Ucraina sul transito e la fornitura di gas dalla prima alla seconda. E Kiev dipende molto dai soldi che ottiene dal rendere disponibile il suo territorio al passaggio delle infrastrutture: si parla di oltre un miliardo di dollari l'anno. Per Mosca, al contrario, lo stop del Nord Stream 2 significherebbe dunque far rimanere l'Ucraina un paese dal ruolo fondamentale nelle rotte energetiche, oltre che perdere ingenti risorse dai compratori europei. Fondi necessari per un’economia come quella di Mosca che è molto dipendente dalle esportazioni di combustibili (come appunto il gas naturale).
Per la Germania sarebbe infine una perdita importante, un duro colpo al suo programma di decarbonizzazione e riduzione delle emissioni. Nonostante il premier tedesco Scholz abbia di recente dichiarato che “tutte le opzioni sono sul tavolo”, compreso il blocco del ‘Nord Stream 2', la Germania non sarebbe certamente felice di dover arrivare a quel punto. A maggior ragione mentre è impegnata a costruirsi un sistema energetico completamente green: obiettivo che per lo stesso Scholz non verrà però raggiunto prima del 2045.
Accelerare la transizione energetica verso fonti rinnovabili e prodotte dalle risorse naturali disponibili a ogni paese (mare, vento, sole), diventa allora non solo una necessaria mossa per salvare il nostro pianeta dalle conseguenze devastanti del riscaldamento climatico. Ma anche un modo per togliere dal campo armi che possono diventare decisive all’interno di potenziali conflitti. Di cui, dopo due anni di pandemia, sarai d'accordo, non si sente francamente il bisogno.