Perché non devi gettare le pile esauste nell’indifferenziato

Se hai delle pile scariche o esauste, non buttarle assolutamente nel cestino dell’indifferenziata: i danni all’ambiente sono davvero ingenti! Ecco le regole che devi seguire.
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Kevin Ben Alì Zinati 23 Agosto 2024

Le pile scariche sono un rifiuto davvero inquinante poiché sono composte da materiali che devono essere trattati correttamente: dai metalli pesanti a sostanze chimiche pericolose come mercurio, cadmio, piombo e cromo. Questi oggetti hanno dunque bisogno di una gestione particolare perché in caso contrario danneggiano gravemente l'ambiente e anche la salute umana.

Sì, perché gettandole erroneamente nell'indifferenziato finiscono nelle discariche e suoi metalli pesanti possono infiltrarsi nel suolo e nelle falde acquifere, inquinando tutto e mettendo a rischio gli ecosistemi acquatici e la catena alimentare.

I rischi, infatti, sono anche per la salute umana. L'esposizione alle sostanze contenute nelle pile può causare gravi problemi di salute. Il mercurio, ad esempio, è neurotossico e può danneggiare il sistema nervoso centrale, il cadmio è cancerogeno e può causare danni ai reni e alle ossa, il piombo può causare problemi neurologici e comportamentali, specialmente nei bambini.

Insomma: prima di buttarle, pensa bene a come farlo. È un gesto semplice ma fondamentale. Ecco quindi tutto ciò che devi sapere sulle pile e le batterie esauste o scariche, come sono fatte, come differenziale correttamente e cosa si ottiene dal loro riciclaggio.

Perché le pile esauste sono rifiuti speciali

Le pile sono piccoli oggetti che permettono di produrre energia elettrica a partire da una reazione di ossidoriduzione, con una sostanza che perde elettroni trasferendoli ad un’altra che si ossida, trasportando un tot di energia. Gli scomparti in cui si verifica questa reazione sono collegati tra loro da un ponte.

Esistono vari tipi di batterie, ma quelle che usiamo di solito sono formate da due cilindri concentrici con un polo positivo, un guscio di plastica riempito di manganese, una soluzione elettrolitica gelatinosa e un involucro esterno in zinco.

Una volta esauste e finita la loro utilità, diventano rifiuti. Ma non rifiuti normali: le pile esauste infatti sono considerate rifiuti speciali. Questo perché al loro interno contengono metalli pesanti e sostanze chimiche pericolose come mercurio, cadmio, piombo e cromo: sostanze tossiche che possono causare gravi danni all'ambiente e alla salute umana se non smaltiti correttamente.

Dove buttare le pile scariche

Tutte le pile esaurite (ma anche quelle cariche, se non siamo sicuri che funzionino ancora) vanno raccolte in maniera separata rispetto agli altri rifiuti e gettate nei contenitori messi a disposizione dai comuni sul territorio (i classici "cestini" per le pile esauste), nei punti vendita (spesso chi le vende le raccoglie anche) e nei centri di raccolta comunali. I punti di raccolta sono attualmente, in Italia, più di diecimila.

A questo link troverai una mappa dei più vicini centri di raccolta, in modo da individuare quello per te più comodo.

I contenitori per lo smaltimento delle pile esauste si trovano in vari luoghi pubblici e privati, come Supermercati e negozi di elettronica anche stazioni di servizio, uffici pubblici e isole ecologiche comunali. Sono costruiti in acciaio zincato o plastica resistente per evitare perdite e contaminazioni e li riconosci dalla presenza di etichette specifiche che includono simboli di riciclaggio e avvertenze sui materiali pericolosi.

Cosa si ottiene riciclando le pile

Una volta giunte nei corretti punti di smaltimento, le pile scariche possono essere riciclate facendo ottenere diversi materiali da recuperare, a partire da quelli plastici (che diventeranno graniglia di plastica) fino a quelli ferrosi (l'acciaio e l'ottone che coprono le pile torneranno al loro stato originale servendo l'industria siderurgica), arrivando alla latta, all'ossido di magnesio, allo zinco e al piombo, che potranno essere riciclati in vari settori (dall'edilizia all'automotive).

(Articolo scritto da Sara Polotti il 18 febbraio 2021
Modificato da Kevin Ben Alì Zinati il 23 agosto 2024)