
Il Pantheon, uno dei monumenti più iconici di Roma, è noto per la sua maestosa cupola e il celebre oculus al centro, un'apertura circolare di quasi 9 metri di diametro che permette alla luce naturale di illuminare l'interno dell'edificio. Tuttavia, una domanda ricorrente dei visitatori è: come mai non piove all'interno del Pantheon nonostante l'apertura sul soffitto?
L'oculus, che è stato progettato come elemento chiave della cupola del Pantheon, non è solo un capolavoro di ingegneria architettonica ma anche una fonte di meraviglia per chiunque lo osservi. L'apertura ha molteplici funzioni: in primo luogo, permette alla luce di entrare, creando giochi di ombre e luci che cambiano con il movimento del sole. Questo effetto conferisce all'ambiente un'atmosfera quasi mistica.
Ma quando si parla di pioggia, l'ingegnosa architettura del Pantheon entra in gioco in modo sorprendente. L'inclinazione del pavimento, realizzata con una leggera pendenza verso i lati e dotata di piccoli fori di drenaggio, fa sì che l'acqua piovana venga rapidamente raccolta e smaltita, impedendo che si accumuli all'interno. Quando piove, l'acqua cade naturalmente all'interno del Pantheon, ma viene prontamente eliminata grazie a questo sofisticato sistema di drenaggio.
Una delle curiosità che i visitatori spesso notano è che, nonostante l'apertura e la pioggia, l'interno del Pantheon sembra non essere mai troppo bagnato. Questo fenomeno ha due spiegazioni principali.
Il Pantheon, costruito tra il 118 e il 125 d.C. sotto l'imperatore Adriano, è una testimonianza dell'abilità ingegneristica e architettonica dei Romani. La sua cupola è ancora oggi la più grande cupola in cemento non armato mai realizzata. La combinazione di elementi strutturali, come la progressiva riduzione del peso della cupola e l'utilizzo di materiali più leggeri nelle sezioni superiori, ha permesso all'edificio di restare intatto per quasi due millenni.
L'oculus, con la sua duplice funzione estetica e ingegneristica, rappresenta un punto culminante di questa meraviglia architettonica, dimostrando come i Romani sapessero unire bellezza e funzionalità in modo magistrale.