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L’inquinamento nasce da un gesto incivile o, almeno, di forte “ingenuità”: ogni tipo di oggetto abbandonato diventa rifiuto e questo è ciò che soprattutto dobbiamo interiorizzare. Se non capiamo che i gesti di 7 miliardi di persone possono fare la differenza, non ci sarà nessuna rivoluzione green che possa aiutare il pianeta.
Plastica: utile e versatile
Questo monito deve essere chiaro soprattutto quando parliamo di materie nate per essere durevoli, per supportare la crescita economica e garantire la sicurezza alimentare e sanitaria… Come la plastica. Immaginare nel 2021 un mondo completamente senza plastica è, per ora, fuorviante e anche poco “sostenibile”. La plastica ha reso possibile la riduzione del dispendio energetico in tanti settori e viene impiegata ovunque evitando l’utilizzo di altri materiali: si è rivelata quello più versatile, resistente, infrangibile. Ma, se il nostro modo di vederla e farne uso non cambia, potremmo non essere “all’altezza” di sfruttarne tutte le caratteristiche.
Da parkesina a PET
La comparsa della prima plastica definibile come tale fu la parkesina, inventata nel 1862 dall’inglese Alexander Parkes. Ma è all’inizio del Novecento (1909) che compare la prima plastica totalmente artificiale, creata dal chimico belga Baekeland: la bachelite. Poi si sono sviluppati materiali con polimeri diversi tra i quali il PET, ideato durante la Seconda Guerra Mondiale negli Usa. Il PET, il polietilene tereftalato, è una materiale sintetico derivato dal petrolio o dal gas naturale, impiegato principalmente nel campo alimentare (ma che consente un’ampia varietà di utilizzi): lo conosciamo soprattutto per il suo impiego nelle bottiglie delle bevande. Il PET è totalmente riciclabile se completamente trasparente e senza colore: averne a disposizione grandi quantità può realmente fare da volano per incentivare l’economia circolare, quella deputata al riciclo.
Un contributo attivo
Senza un impegno concreto e un contributo attivo, è difficile far “circolare” l’economia: perciò ogni piccolo gesto è importante per fare passi in questa direzione. Alcuni esempi? Scegliere prodotti sulle cui etichette sia visibile la completa riciclabilità del prodotto; Educare ogni componente della famiglia al rispetto dei materiali e dell’ambiente, che significa crescere una generazione consapevole della propria responsabilità nei confronti delle risorse del pianeta. Riciclare le bottiglie di plastica – che può, tra le altre cose, garantire un risparmio di energia notevole.
Il bisogno di trasparenza
Anche i grandi brand sono impegnati in prima fila nella gestione delle bottiglie messe in circolazione: Coca-Cola ha rivelato, negli anni – e attraverso dati pubblicati nei report della Ellen MacArthur Foundation, istituzione leader nel mondo per la promozione e lo sviluppo circolare – i dati relativi all’utilizzo di imballaggi in plastica. Il gesto, che ha confermato l’impegno autentico della società per un mondo senza rifiuti, ha incentivato altri brand tra i 150 partecipanti al programma di riduzione dell’inquinamento da plastica alla trasparenza. Se davvero si vuole essere parte della soluzione, bisogna infatti cominciare da dati certi. In questa direzione, Coca-Cola ha accelerato il cambiamento verso il riciclo e l’abbandono delle plastiche monouso favorendo materiali riusabili, e incentivando il recupero del 100% degli imballaggi di plastica entro il 2025 per stimolare un’economia circolare della plastica da imballaggio.
Dalla plastica… alla plastica
World Without Waste è il nome della strategia di lungo termine di Coca-Cola – che si impegna attivamente per un mondo senza sprechi. Coca-Cola vuole invitare tutti a riciclare e lo fa con l'ultima novità: la nuova bottiglia realizzata con il 100% di plastica riciclata (rPET) – soluzione che verrà implementata gradualmente anche per gli altri marchi del portafoglio dell’azienda.
Dal riciclo della plastica si ottiene altra plastica: un piccolo gesto sostenibile e un’importante vittoria per il Pianeta a ogni “rinascita”.
