
Tra i principali temi in discussione in questo momento devi sapere che il green è sul podio della disinformazione in Italia. Dopo il Covid e la politica, nel nostro Paese le notizie che riguardano il clima vengono sempre meno verificate. Lo spiega un rapporto di Novembre 2021 dell’Italian Digital Media Observatory (IDMO). E la tendenza è uguale nel mondo. Anche per questo il social network Pinterest ha deciso di bloccare le fake news sul clima.
La piattaforma lo aveva già fatto in passato per il Covid-19, ma oggi è l’unico social che ha deciso di cambiare la propria policy inserendo nuovi principi su come trattare le tematiche ambientali. Così l’azienda ha deciso di bloccare contenuti che negano l'esistenza o l'impatto del cambiamento climatico, l'influenza umana sul clima o che questo fenomeno sia riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale. Ma anche contenuti non verificati da esperti o estrapolati solo in parte per manipolare la fiducia degli utenti.
Hai mai sentito parlare di lobby? Sono quelle società che influenzano in maniera ormai neanche troppo celata le politiche e le decisioni che riguardano anche te. Devi sapere che buona parte di questa attività di lobbying viene fatta anche dalle aziende di combustibili fossili, specialmente in questo periodo in cui l’attenzione per l’ambiente è alta. Uno studio condotto dal thinkthank InfluenceMap ti dà un’idea di come le multinazionali siano in grado di influenzare la nostra percezione della crisi climatica. Nel report puoi capire come le major petrolifere abbiano speso un miliardo di dollari dall’accordo di Parigi del 2016 al 2020, per influenzare la narrazione degli eventi e fare pressioni sulle decisioni da prendere sul clima.
Dall’accordo, ma forse anche da prima del 2016, avrai sentito o letto che: il riscaldamento globale non si può fermare, la terra si sta raffreddando, l’abbandono dei pesticidi è un danno per intere popolazioni. E chi più ne ha, più ne metta. Ma il problema è che mentre prima della nascita dei Fridays for future e delle proteste di Greta Thunberg l’opinione pubblica non dava molta importanza alle questioni ambientali, ora che di questi temi se ne sta parlando molto, diventa importante che le notizie che leggi usino fonti autorevoli, istituzionali e verificate. Potresti finire in studi o pagine che vengono finanziate proprio da quelle multinazionali dei combustibili fossili che negano l'esistenza della crisi climatica.
Un primo passo coraggioso è stato fatto da Pinterest, ma quando le altre piattaforme decideranno di rispondere alla disinformazione?