Non facciamo altro che ripetercelo ogni volta che abbiamo l'occasione: non c'è sviluppo sostenibile senza economia circolare. Senza un passaggio da un modello lineare (di cui l'usa e getta è diventato un simbolo) di produzione e consumo dei beni ad uno circolare, è impossibile compiere quella transizione ecologica di cui tutti parlano.
In un documento Fise Assoambiente, ovvero l'Associazione delle imprese di igiene urbana, riciclo, recupero e smaltimento di rifiuti urbani e speciali ed attività di bonifica, ha presentato in anteprima la sua "strategia in 5 mosse" per cercare di garantire al Paese una reale transizione verso l’economia circolare utilizzando efficacemente le risorse europee (i Fondi Strutturali e i miliardi messi a disposizione con il Next Generation EU). Si tratta in sostanza di un pacchetto di proposte, che verranno sottoposte nelle prossime settimane all'attenzione del Ministero della Transizione Ecologica, oltre che del Mef e del Mise, utili per fornire strumenti economici di mercato e sostenere gli investimenti green.
La prima delle cinque proposte riguarda la revisione della tassa sui rifiuti (Tari) in maniera tale da incentivare il riciclo. Fise infatti suggerisce un passaggio dei Comuni italiani a un sistema di un sistema di tariffazione puntuale, così si definisce tecnicamente. Il principio è molto semplice: l'imposta viene calcolata sull'effettiva produzione di rifiuti dell'utente, e maggiore sarà la quantità di indifferenziato (o secco) prodotto, più il conto sarà elevato.
Le altre quattro proposte di Fise Assoambiente sono: