Plastica dagli scarti del pesce: ecco l’idea “green” di un gruppo di chimici canadesi

Recentemente il progetto (coordinato da Francesca Kerton, docente di chimica presso la Memorial University of Newfoundland) è stato presentato durante la riunione primaverile dell’American Chemical Society: si tratta di realizzare un materiale biodegradabile con le stesse proprietà del poliuretano, partendo da un olio di pesce costituito dagli scarti dell’industria dell’allevamento di salmone atlantico.
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Federico Turrisi 3 Maggio 2021

Come è risaputo, l'inquinamento da plastica è diventato una delle principali minacce per gli ecosistemi marini (e non solo). Le microplastiche ormai le ritroviamo ovunque, anche nei pesci che mangiamo. E se proprio dai pesci, o meglio dagli scarti prodotti dall'industria che lavora il pesce, riuscissimo a ottenere alternative sostenibili alla plastica?

È quello che sta facendo un team di ricercatori del Memorial University of Newfoundland (sull'isola di Terranova, in Canada) capitanato dalla professoressa Francesca Kerton, esperta di chimica verde. Poche settimane fa, in occasione del meeting primaverile dell'American Chemical Society, la stessa Kerton e Mikhailey Wheeler, dottoranda che sta lavorando al progetto, hanno illustrato la loro idea: quello che sottopongono all'attenzione della comunità scientifica e dei potenziali investitori è un materiale biodegradabile ottenuto con l'olio estratto dai resti del salmone atlantico, dopo che il pesce è stato preparato per la vendita ai consumatori (ricordiamo che l'acquacoltura è uno settori chiave dell'economia dell'isola di Terranova).

La bioplastica creata in laboratorio dal gruppo guidato da Kerton è pensata per sostituire in particolare il poliuretano, un derivato del petrolio che invece ha tempi molti lunghi di degradazione ed è difficilmente riciclabile. Devi sapere che il poliuretano viene impiegato in svariati settori, da quello dell'abbigliamento a quello delle costruzioni, passando per la fabbricazione di frigoriferi e materassi.

Il team di ricercatori ha anche iniziato a studiare la rapidità con cui il nuovo materiale si romperà una volta terminata la sua vita utile. Immergendolo in acqua e aggiungendo ad alcuni campioni un enzima in grado di scomporre i grassi presenti nell'olio di pesce, è stato osservato che questa alternativa al poliuretano potrebbe biodegradarsi rapidamente. Magari ti stai chiedendo se la particolare bioplastica puzza di pesce. La risposta è no: se un debole odore di pesce è effettivamente presente in una fase iniziale del processo, dopo i vari passaggi per arrivare al prodotto finale la puzza scompare del tutto, assicurano gli esperti canadesi.