Portogallo, nuova legge contro la violenza ostetrica: scontro tra medici e legislatori

In Portogallo è entrata in vigore una legge che definisce la violenza ostetrica e limita pratiche come l’episiotomia. I medici protestano, parlando di intrusione e mancanza di basi scientifiche.
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Redazione 7 Aprile 2025

In Portogallo è entrata in vigore una nuova legge sui diritti delle gestanti, che per la prima volta introduce ufficialmente il concetto di violenza ostetrica. Il testo normativo, approvato pochi giorni fa e promosso dal Blocco di Sinistra, ha già suscitato un acceso dibattito tra operatori sanitari e istituzioni.

Cos'è la violenza ostetrica secondo la legge

La normativa definisce come "violenza ostetrica" ogni azione fisica o verbale esercitata dagli operatori sanitari sul corpo della donna o su chiunque sia in stato di gravidanza, che comporti un trattamento disumanizzante o abusivo durante le procedure legate all’apparato riproduttivo. Si tratta di un riconoscimento formale di un tema sempre più discusso a livello internazionale.

L'episiotomia nel mirino della legge

Uno degli obiettivi principali della legge è la limitazione dell’episiotomia (o perineotomia), ovvero l’incisione chirurgica del perineo durante il parto per facilitare la nascita. Secondo il testo approvato, questa pratica sarebbe diventata troppo spesso una routine priva di reale indicazione clinica, trasformandosi in un potenziale abuso.

Una Commissione di vigilanza per tutelare le pazienti

La legge prevede anche la creazione di una Commissione di vigilanza multidisciplinare, alla quale le donne potranno rivolgersi in caso di segnalazioni. Il compito dell’organismo sarà quello di monitorare l’applicazione della legge e di valutare i casi in cui si sospettino abusi o trattamenti non conformi al rispetto della dignità del paziente.

La reazione dei medici: "Una legge senza basi scientifiche"

Non si è fatta attendere la reazione del mondo medico, che ha espresso forti riserve contro la nuova normativa. Secondo numerosi professionisti, la legge rappresenta una grave intrusione nel rapporto medico-paziente e si basa su presupposti non supportati da evidenze scientifiche.

Molti ginecologi e ostetrici temono che la nuova legge possa:

  • Limitare la libertà di decisione clinica durante il parto;
  • Intimidire il personale sanitario;
  • Aumentare il rischio medico-legale a carico degli operatori;
  • Compromettere la qualità dell’assistenza ostetrica.

Una questione aperta tra diritti e pratica clinica

Il dibattito in corso in Portogallo solleva interrogativi più ampi sul delicato equilibrio tra tutela dei diritti delle gestanti e autonomia medica. Se da un lato la legge punta a proteggere la donna da trattamenti potenzialmente lesivi o non consensuali, dall’altro è necessario che le decisioni cliniche siano sempre supportate da evidenze scientifiche e valutate caso per caso.

La nuova legge portoghese sulla violenza ostetrica segna un passo importante verso la tutela dei diritti delle gestanti, ma evidenzia anche la necessità di un dialogo aperto tra istituzioni e mondo medico. In attesa dei decreti attuativi, il confronto tra esigenze di protezione e libertà clinica si preannuncia acceso.I