Povertà energetica: un fenomeno di cui soffrono oltre 50 milioni di persone solo in Unione europea

Elettricità, riscaldamento, connessione Internet, impianti di condizionamento. Sono forse possibilità scontate nella nostra vita di tutti i giorni, sempre a disposizione al momento del bisogno. Per milioni di persone in tutto il mondo, però, non è affatto così.
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Sara Del Dot 14 Gennaio 2021

Immagina per un secondo di volerti fare una doccia calda dopo essere stato molte ore all’aperto in una giornata invernale, di avere una voglia matta accendere per qualche minuto una stufetta che scaldi l’ambiente in pochi minuti, di avere un device elettronico che per essere utilizzato devi attaccare alla spina. Ecco, immagina di non poter fare tutte queste cose perché non hai a disposizione l’energia necessaria. O meglio, non puoi permettertela.

Ti sembrerà strano, ma sono tantissime le perone che ancora oggi vivono in condizione di povertà energetica. Secondo i dati dell’Osservatorio sulla povertà energetica, si parla di oltre 50 milioni di famiglie soltanto nell’Unione europea. In pratica, un cittadino comunitario su 10 non ha a disposizione l’energia necessaria per vivere in modo dignitoso. Peggiore è il bilancio nei Paesi in via di sviluppo, dove circa 800 milioni di persone non hanno accesso all’elettricità.

Povertà energetica

Per povertà energetica, chiamata anche "fuel poverty”, si intende l’impossibilità di un individuo di accedere ai servizi energetici basilari, ovvero di avere a disposizione il quantitativo di energia minima per raggiungere uno standard di vita adeguato e dignitoso. Ciò significa non poter usufruire di servizi di riscaldamento, raffreddamento, gas ed elettricità.

Le cause possono essere diverse, come il basso reddito della famiglia, il costo elevato dei servizi energetici e la scarsa efficienza energetica delle case, ma anche le caratteristiche territoriali che distinguono zone rurali e urbane.

Le conseguenze sulle persone essere sociali, sanitarie e psicologiche, con effetti discriminatori su intere famiglie o comunità e impatti a breve o lungo termine sulla loro salute, dal momento che si trovano maggiormente esposti a problematiche che coinvolgono le vie respiratorie o lo stato mentale e psicologico. Senza contare il fatto che scarsa energia elettrica implica spesso scarsa connessione a Internet, fattore che incide notevolmente sul disagio sociale.

I campanelli d’allarme

Sempre secondo l’Osservatorio sulla Povertà energetica, i fattori che bisogna considerare per individuare casi di questo fenomeno sono:

  • Una spesa energetica bassa in termini assoluti
  • Arretrati nel pagamento delle utenze domestiche
  • Una quota alta del proprio reddito destinata alle spese per l’energia
  • Incapacità di riscaldare la casa nel modo adeguato

Contrasto

Misure di contrasto a un fenomeno come quello della "fuel poverty" non sono semplici da promuovere, soprattutto perché caratterizzato da vari aspetti specifici.

Per monitorare la situazione ed il suo andamento, nel 2018 la Commissione europea ha dato alla luce il già citato Osservatorio della povertà energetica per migliorare la conoscenza del fenomeno e favorire politiche che lo contrastino e lo contengano.

Nel 2019, poi, con il pacchetto “Clean energy for Europeans” (Energia pulita per tutti gli europei), sempre la Commissione europea ha fissato alcune linee guida per implementare in tutti gli Stati membri efficienza energetica e monitoraggio dei casi di povertà.

Inoltre l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha inserito la lotta alla povertà energetica all’interno dell’Agenda 2030, tra le azioni previste nell’obiettivo di sviluppo sostenibile n. 7, “Assicurare a chiunque l’accesso a sistemi di energia alla portata di tutti, affidabili, sostenibili e moderni”.

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