Protagonista di un progetto di reintroduzione, il barbagianni torna a volare in Italia

Considerato fin dall’epoca medievale un animale portatore di sventure, oggi il barbagianni è una specie a rischio di estinzione, per cui si è reso necessario un progetto di reintroduzione in natura.
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Gaia Cortese 5 Aprile 2023

Simbolo di presagio infausto e oggetto di superstizioni e leggende, da sempre il barbagianni è stato considerato (ingiustamente) un animale portatore di sventura. Fin dal Medioevo, infatti, si credeva che streghe e spiriti malvagi assumessero la forma di questo rapace notturno e, a dire la verità, il volo di questo rapace notturno, leggero e silenzioso nelle ore notturne e i suoi tipici versi acuti non hanno di certo contribuito a sfatare queste leggende.

Tuttavia questa specie ha svolge un ruolo fondamentale e utile all’uomo perché, essendo un predatore e nutrendosi principalmente di piccoli mammiferi come topi e talpe, è di particolare aiuto per gli agricoltori e i viticoltori. Non solo. Il barbagianni ha un ruolo ecologico perché essendo all’apice della catena alimentare, aiuta a mantenere l’equilibrio di più ecosistemi.

Il barbagianni attualmente è un volatile altamente a rischio in Italia.

Utile all'uomo e all'ambiente, il barbagianni è arrivato a essere una specie protetta perché a rischio di estinzione. A portare al suo declino sono state le drastiche modificazioni dell’ambiente rurale, la difficoltà nel trovare siti appropriati per la nidificazione, l’utilizzo di sostanze tossiche in agricoltura e gli incidenti dovuti alla collisione con veicoli o linee elettriche, tutti fattori che hanno messo a dura prova la sopravvivenza di questo rapace notturno.

Per la salvaguardia del barbagianni e per la sua reintroduzione in natura il Cras di Bernezzo, in collaborazione con il Comune di Peveragno, ha avviato un progetto che ha come obiettivi la tutela del patrimonio faunistico e della biodiversità locale, da anni in pericolo, e la promozione della liberazione in natura di individui ritenuti idonei al rilascio, aumentando così notevolmente la probabilità di sopravvivenza e di installazione nel territorio.

Altra nota positiva, non indifferente, è che questi rapaci hanno una notevole capacità riproduttiva: in condizioni ottimali il barbagianni arriva a tre nidiate in un solo anno con una media che oscilla da quattro a sette uova deposte.