Dobbiamo avere più aree marine protette: Worldrise lancia la campagna per proteggere il 30% dei mari italiani entro il 2030

Worldrise Onlus ha lanciato una campagna che punta a difendere il 30% dei mari italiani entro il 2030. E come? Attraverso l’istituzione e l’implementazione di un numero maggiore di aree marine protette sul nostro territorio.
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Sara Del Dot 1 Dicembre 2020

Chi si occupa della tutela e della difesa degli oceani non fa che ripeterlo, anche se le azioni concrete per modificare la situazione stentano a prendere piede. Il mare è in pericolo, e quel pericolo siamo noi. Inquinamento, sovra-sfruttamento degli stock ittici, che provoca lo spopolamento delle specie, pesca illegale che colpisce in larga parte anche esemplari protetti che rimangono vittime dell’attrezzatura abbandonata in mare aperto, sversamenti tossici accidentali e non, sono tutte conseguenze pagate dal mare di un nostro disinteresse nei confronti di una delle risorse più preziose per la nostra sussistenza.

Per questo, oggi, l’associazione Worldrise Onlus ha deciso di lanciare una campagna che è anche una sfida vera e propria. Una sfida per provare davvero a invertire la rotta, non quella delle navi bensì quella del mare.

Si chiama 30X30, è stata lanciata il 26 novembre e si pone l’obiettivo di arrivare a proteggere almeno il 30% dei mari italiani entro il 2030. Poco meno di dieci anni, quindi, per introdurre sempre più aree marine protette in grado di tutelare le acque marine e i loro abitanti, favorendo la riproduzione dei pesci e ripopolando gli spazi subacquei sempre più vuoti.

Per conoscere meglio la campagna e capire perché è così necessaria, abbiamo fatto qualche domanda a Mariasole Bianco, fondatrice di Worldrise e Donnambiente 2019.

Perché si è resa necessaria questa campagna?

Il benessere del mare è un elemento fondamentale per la vita sul pianeta: produce il 50% dell'ossigeno che respiriamo, assorbe circa il 25% dell'anidride carbonica in eccesso ed è fonte di sostentamento per circa 4.3 miliardi di persone. Purtroppo a causa delle sfide ambientali che il mare sta fronteggiando la sua capacità di continuare ad offrirci questi importanti servizi da cui dipende la nostra esistenza è severamente compromessa. La buona notizia è che siamo ancora in tempo per cambiare rotta, è necessario però agire velocemente e creare delle aree protette per salvaguardarlo e proteggerlo.

In che modo si può raggiungere questo obiettivo ambizioso?

Il perseguimento di questo obiettivo è possibile tramite l'istituzione di Aree Marine Protette (AMP). In queste aree la biodiversità viene tutelata e salvaguardata in un’ottica di sviluppo sostenibile in modo che le bellezze del mare e le sue risorse siano fruibili anche per le generazioni future. Il nostro è sicuramente un obiettivo tanto ambizioso quanto necessario e potremo raggiungerlo solo lavorando insieme. Per questo abbiamo deciso di creare un’alleanza di partner che condividano con noi questo importante percorso verso la creazione di un futuro migliore per il nostro mare.

Quali sono gli aspetti su cui maggiormente bisognerebbe intervenire per la tutela dei mari italiani?

La ricchezza culturale, artistica e storica del Mediterraneo si rispecchia anche nella sua biologia: il nostro è infatti un mare di straordinaria ricchezza biologica, abitato da oltre diciassettemila specie, caratterizzato da una biodiversità che rappresenta, a seconda di come la si calcoli, dal quattro al venticinque per cento della varietà di specie marine globali, circa dieci volte superiore alla media mondiale. Il Mediterraneo secondo la FAO è uno dei mari più sovrasfruttati al mondo e le aree marine protette sono il miglior strumento che abbiamo a disposizione per invertire questa rotta.

La soluzione parte dalla conoscenza, passa per la consapevolezza e si manifesta attraverso il rispetto e l’azione: per questo abbiamo deciso di delineare 30 obbiettivi basati su sensibilizzazione, ricerca e azione per la corretta gestione che illumineranno la rotta della campagna nei prossimi anni.

C'è qualcosa che il consumatore/cittadino può fare per contribuire?

Certo! La rivoluzione di cui il nostro pianeta ha bisogno è di tipo culturale e parte da noi stessi, dalle nostre abitudini e dalle nostre scelte. Ognuno ha la possibilità di essere un grande agente di cambiamento, partendo da noi stessi fino ad arrivare a coinvolgere la nostra comunità favorendone la partecipazione e premiando le buone pratiche. Come cittadini possiamo scegliere di essere consumatori responsabili decidendo cosa comprare e da chi, e in questo modo influenzare il mercato. Come cittadini possiamo scegliere di supportare le tante realtà che si stanno dando da fare per salvare l’oceano

Anche aderire alla Campagna 30x30italia in qualità di privati cittadini e manifestare il proprio sostegno nella sezione dedicata del sito www.30×30.it  che si chiama "UNISCITI A NOI" è un gesto importante, così come sensibilizzare al tema chi ci circonda ed educare le nuove generazioni, futuri custodi del pianeta, al rispetto e alla tutela dell'ambiente.

Aree marine protette: quali sono gli spazi in cui secondo te dovrebbero essere introdotte e/o implementate, in territorio italiano?

La selezione di aree marine protette dovrebbe avvenire in relazione al particolare pregio naturalistico e alla ricchezza biologica di specifiche zone del Mar Mediterraneo. In Italia le aree “meritevoli” sono state identificate da una legge del 1982, 48 aree marine di reperimento e di queste, ad oggi, solo 29 sono state istituite. Quindi abbiamo ancora molto lavoro da fare non solo nell’istituzione delle aree protette ma anche nel gestirle in maniera efficace e in primis nel comunicare la loro importanza.

Per scegliere di proteggere qualcosa e salvaguardarlo è necessario amarlo e, per amarlo, è importante conoscerlo: diffondendo la conoscenza dei nostri mari, possiamo sicuramente stimolare nelle persone il desiderio di proteggerli.

Con aree marine protette ben progettate e gestite possiamo migliorare la salute degli ecosistemi e persino invertire il trend di perdita di biodiversità, ma non avremo mai successo se la popolazione locale non è coinvolta e non partecipa attivamente alla sua progettazione prima e al suo controllo poi. I pescatori, ad esempio, giocano un ruolo fondamentale Torre Guaceto è un tratto di costa lungo 8 chilometri a nord-ovest di Brindisi, per molto tempo tristemente noto come centro di cattive pratiche di pesca, contrabbando, mercato nero, oltre che punto di sbarco per l’immigrazione clandestina. Ora, invece, è famoso in tutto il mondo per l’incredibile riqualificazione che è avvenuta grazie all’istituzione dell’area marina protetta. Nel 2001, Torre Guaceto ha imposto un divieto di cinque anni sulla pesca per ricostruire gli stock ittici che risultavano catastroficamente in calo. Dopo quattro anni di studio, la pesca artigianale è stata a poco a poco reintrodotta nell’area marina protetta e se ne monitorano gli effetti. Oggi nell’area marina protetta sono autorizzati all’attività solo i pescatori professionali, la pratica può essere effettuata esclusivamente con reti a maglia larga e le uscite in mare si svolgono una volta a settimana. In questo modo si è registrato un incremento della popolazione ittica del quattrocento per cento, un caso diventato di interesse mondiale che ha attratto studiosi provenienti sin dalla California. Non solo. A oggi, la resa di pesca nell’area protetta è pari al doppio rispetto a quella che si registra al suo esterno.

Secondo te, l'idea di introdurre pesci meno conosciuti, pesci "poveri" nell'alimentazione italiana potrebbe aiutare a salvare specie sovfrastruttate oppure rappresenterebbe soltanto un ulteriore rischio di impoverimento dei mari?

Sicuramente alimentarsi in maniera sostenibile, anche per quanto riguarda il settore ittico, è un comportamento responsabile su cui è importante sensibilizzare la popolazione. In relazione alla sostenibilità dell'alimentazione legata al pesce, Worldrise ha portato avanti un meraviglioso progetto proprio per sensibilizzare a questo tema, con l'intento di educare alla sostenibilità della pesca e ad un consumo più responsabile dei prodotti ittici, collaborando con i migliori Chef del Mar Mediterraneo.