
In Ucraina i combattimenti hanno danneggiato l'impianto chimico Sumykhimprom nei pressi della città di Sumy, a circa 50 kilometri dal confine con la Russia. Più o meno alle 4:30 di questa notte il governatore regionale, Dmytro Zhyvytskyy, ha segnalato su Telegram una perdita di ammoniaca e aggiunto che l'area attorno alla zona colpita risultava pericolosa entro un raggio di 5 chilometri. La fuoriuscita sarebbe stata ora arginata, stando sempre a quanto riferiscono le autorità ucraine, ma ci ricorda una volta di più che i pericoli di un conflitto sono anche indiretti. In un periodo storico dove la sopravvivenza della specie umana sul pianeta è messa seriamente in discussione, le ripercussioni ambientali di questa e di tutte le guerre che si stanno combattendo nel mondo non possono essere sottovalutate. Anche se, in questo caso è doveroso aggiungere, l'ammoniaca inquina quotidianamente il nostro Pianeta, senza che nemmeno ce ne rendiamo conto. Vediamo perché.
L'impianto chimico colpito si trova nei pressi di una città, Sumy, da circa 263mila abitanti e a pochi chilometri da altri paesi più piccoli. Quest'area così vicina al confine con la Russia è presa di mira ormai da giorni da bombardamenti e attacchi aerei da parte dell'esercito che ha invaso l'Ucraina. Secondo quanto riferisce Zhyvytskyy, la causa del danneggiamento all'impianto sarebbe proprio da ricercarsi in un raid russo, sebbene sia giusto precisare che non vi sia ancora una conferma definitiva.
Alle 7:50, ha aggiunto in seguito il governatore regionale, la perdita è stata "eliminata" e sarebbero in corso lavori regolari. Al momento si è saputo di una sola persona ferita, un dipendente dell'impresa, e non vi sarebbero più minacce concrete per la popolazione. In realtà era stato escluso fin da subito che la città di Sumy potesse risentirne, grazie al fatto che il vento sembrava spingere l'eventuale nube tossica verso la direzione opposta.
Era stato però consigliato, ad esempio agli abitanti del vicino centro abitato di Novoselytsya, di cercare riparo nei livelli più bassi degli edifici per evitare l'esposizione all'ammoniaca che poteva diffondersi per via aerea. Nello specifico, Zhyvytskyy indicava i seminterrati e gli scantinati come luoghi in cui rifugiarsi nell'immediato. In alternativa, si poteva riparare nella propria doccia e respirare attraverso una benda umida, meglio se inumidita con acido acetico oppure citrico al 5%.
Prima di tutto, cerchiamo di capire cos'è l'ammoniaca, che magari anche tu assocerai a un prodotto per le pulizie domestiche. Si tratta invece di un gas, seppur solubile in acqua, identificato dalla sigla NH3. Si presenta come incolore ma contraddistinto da un odore particolarmente pungente e a un certa concentrazione si rivela irritante e tossico. Devi comunque ricordare che stiamo parlando di un elemento fondamentale sia per il tuo organismo che per il ricambio chimico del suolo. Fornisce infatti l'azoto, che va poi a nutrire le piante coltivate. Mentre nel nostro corpo svolge una funzione essenziale nella regolazione del metabolismo. Il problema quindi si verifica quando il livello di ammoniaca supera quello necessario. E di norma accade per colpa dell'uomo.
Circa l'80% dell'ammoniaca che produciamo viene destinata all'agricoltura intensiva in quanto fertilizzante industriale. In seguito, te la ritrovi nell'aria che respiri, dal momento che contribuisce alla formazione dello smog che si concentra poi nelle città. Altri usi riguardano invece la produzione di fibre sintetiche, di plastica, di prodotti detergenti appunto, oppure di esplosivi.
In generale, i suoi principali effetti nocivi derivano soprattutto dal contatto diretto. Potresti quindi riportare irritazioni anche gravi a pelle, occhi, bocca e tratti respiratori. Quando ci si espone a quantità elevate di questo gas (circa 200 mg per kg di peso corporeo) i rischi invece aumentano e si può arrivare a un'alterazione dell'equilibrio acido-base, a una ridotta tolleranza al glucosio e a una riduzione della sensibilità all'insulina. Secondo alcuni studi, altri problemi di salute legati a un'intossicazione da ammoniaca sarebbero edema polmonare, acidosi e danni ai reni e al sistema nervoso centrale.
Un altro problema è che l'ammoniaca, come già avrai capito, inquina. Inquina di norma, senza nemmeno scomodare perdite a impianti industriali. Lo smog che ogni giorno respiri può danneggiare le tue vie respiratorie e i polmoni, tanto per cominciare, e allo stesso tempo contribuisce all'effetto serra e all'aumento di piogge acide. Il suo lento rilascio nel suolo, a ritmi che non permettono il regolare smaltimento da parte del terreno, favorisce invece l'acidificazione e l'eutrofizzazione degli ecosistemi.
La parola "eutrofizzazione" indica un'abbondanza di sostanze nutritive, che in questo contesto si rivela eccessiva. È diventato uno dei principali problemi ambientali e la causa è interamente attribuibile alle attività umane. Immagina un ecosistema con un suo equilibrio naturale, in cui a un certo punto una pianta specifica inizi a crescere e proliferare in modo incontrollato perché gli è arrivato tantissimo nutrimento, in modo superiore a quanto ne avrebbe invece bisogno. Se trasferiamo questo fenomeno nell'acqua avremo una sovrabbondanza di microalghe in sospensione che ricoprono la superficie e che possono impedire all'ossigeno di raggiugere i livelli inferiori, minando la sopravvivenza delle altre creature che popolano l'habitat.
Una fuoriuscita incontrollata chiaramente amplifica tutti i problemi di cui abbiamo parlato. Ma in generale, l'ammoniaca che deriva dalle nostre attività inquina e provoca problemi di salute ogni giorno. E la minaccia allo stabilimento chimico di Sumy non fa che ricordarci come stiamo portando avanti un sistema di produzione e consumi che avvelena l'ambiente e mette a rischio la nostra sopravvivenza. Ben al di là della guerra attuale.
Fonti| Ars Toscana; ARPA Lombardia; "Air quality in Europe — 2019 repor" pubblicato dall’Agenzia europea dell’ambiente;