Quali sono le novità del dl superbonus approvato ieri alla camera?

Ecco una guida per permetterti di orientarti sulle principali novità del Superbonus 2023.
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Francesco Castagna 31 Marzo 2023

Superbonus e cessione del credito, due parole che ricorrono molto negli ultimi giorni, dopo che il Governo Meloni ha deciso di modificare i criteri che riguardano la detrazione del 110% delle spese sostenute a partire dal 1 luglio 2020 "per la realizzazione di specifici interventi finalizzati all’efficienza energetica e al consolidamento statico o alla riduzione del rischio sismico degli edifici".

Cosa prevede

Il 30 marzo la maggioranza di governo ha dato il via libera alla Camera per quanto riguarda il voto di fiducia posto dall'esecutivo, che è passato con 185 voti favorevoli e 121 contrari. "Se lasciassimo il superbonus così com'è, non avremmo i soldi per fare la finanziaria", ha scritto sui suoi social la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che in campagna elettorale prometteva di "tutelare i diritti e a migliorare le agevolazioni edilizie".

Il testo passa ora quindi al Senato, che deve approvarlo martedì 4 aprile, il termine per la conversione della legge invece scade il 17 aprile.

Ma cosa prevede e quali sono le novità della misura?

Il nuovo decreto non prevede più lo sconto in fattura e la cessione del credito per le spese sostenute per i nuovi interventi di recupero: Superbonus, patrimonio edilizio, efficientemento energetico e facciate. In ogni caso, il proprietario dell'immobile può comunque avvalersi della detrazione fiscale. Lo stop quindi è valido per tutti i casi? No, ci sono delle deroghe. Per i lavori per i quali è già stata presentata la Cila (pratica edilizia che contiene i lavori da realizzare ed è asseverata da un tecnico abilitato)

In programma c'è anche la messa in campo di una piattaforma, che dovrebbe avere lo scopo di riunire banche, istituti finanziari e le grandi aziende pubbliche.

Le principali novità della misura, ovvero lesono invece le seguenti:

  • Proroga per le case unifamiliari e le villette al 30 settembre 2023, se nello stesso periodo del 2022 è stato eseguito solo il 30% dei lavori
  • Sconto in fattura per i lavori che non richiedono permessi o abilitazioni, è possibile anche usufruire della cessione del credito per chi ha sostenuto degli investimenti per i quali al 17 febbraio 2023 non sono stati ancora versati acconti
  • Deroga dallo stop allo sconto in fattura e cessione del credito per chi ha sostenuto delle spese volte a eliminare le barriere architettoniche
  • Lo stesso vale per tutti quei  lavori approvati prima del 17 febbraio 2023 dai comuni, nelle aree a medio o alto rischio sismico. Ne fanno parte anche i lavori di recupero edilizio e di riqualificazione urbana e gli immobili  danneggiati a causa delle alluvioni del 2022 (per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza) che si trovano nelle Marche
  • Cessione del credito e sconto in fattura anche per i lavori edilizi per le case popolari (IACP) o gli immobili delle Onlus e cooperative, a patto che il Cda di queste non abbia percepito compensi o indennità di carica
  • i progetti di variante alla Cila anche se presentati dopo il 17 febbraio 2023
  • tutte le banche, le assicurazioni e le istruzioni finanziarie che hanno esaurito in passato la loro capienza fiscale possono fare uso di crediti fiscali del 2022 derivanti da bonus edilizi per l'acquisto Btp con scadenza almeno decennale
  • viene introdotta la norma "salva crediti", che permette che la comunicazione all'Agenzia delle Entrate della cessione del credito possa essere effettuata anche in caso di non conclusione del contratto di cessione. Ciò vale nel caso dei crediti maturati nel 2022 e che il 31 marzo 2023 rischiavano di scadere
  • sono esclusi dalla responsabilità sociale tutti i cessionari che acquistano da una banca i crediti derivanti da bonus edilizi per chi non doveva percepire le agevolazioni. Ciò è possibile solo se "la banca ha rilasciato un atto di possesso della specifica documentazione sulle opere che attestano il credito"
  • I privati che hanno usufruito del Superbonus senza cessione del credito o sconto in fattura possono dilazionare in un arco di dieci anni il credito corrispondente, invece che in quattro o cinque anni