Quasi 5mila alberi in 7 anni: l’avanzata di Selva Urbana, l’onlus di attivisti che vogliono città più verdi

Soprannominati i “selvatici”, sono gli attivisti di Selva Urbana, associazione ambientalista no profit nata nel 2014 che fino ad oggi è riuscita a piantare quasi 5mila alberi nell’area metropolitana di Milano. Volevamo saperne di più e abbiamo intervistato Giusi Bongini, socia e attivista della onlus.
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Gaia Cortese 9 Febbraio 2022

Riportare la natura in città, restituendole lo spazio che le è stato sottratto dalla costruzione di strade, case ed edifici pubblici. L'obiettivo di Selva Urbana, associazione ambientalista nata nel 2014 da un'idea di quattro persone appassionate di natura, è combattere per creare città più verdi.

Piantare alberi diventa il mezzo per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, le temperature sempre più alte che infuocano le città in estate e l'avanzare del cemento. Non solo. Piantare alberi restituisce alle persone aree più verdi, un patrimonio inestimabile per le generazioni contemporanee e future.

Abbiamo incontrato Giusi Bongini, socia e attivista di Selva Urbana, per farci raccontare come lavorano e stanno crescendo di numero i cosiddetti "selvatici" dell'associazione.

Come è nata l’idea dell’associazione?

Selva Urbana è un’idea nata dai quattro soci fondatori, ossia Davide, Chiara, Giulia e Hiram, nel momento in cui si è pensato di fare qualcosa per la collettività. Siamo tutti appassionati di natura, amanti della montagna e della vita all'aria aperta: il primo pensiero è stato quello di incominciare a piantare alberi, una cosa che all’epoca non era così scontata come oggi. Erano tematiche un po’ snobbate, tant'è che quando anni fa, veniva proposto alle amministrazioni comunali di piantare alberi, l'idea non era accolta tanto bene.

Qual è la mission di Selva Urbana Lab?

Creare città più verdi, che in questo caso, ha anche una duplice utilità: non solo ridurre l’effetto visibile del cambiamento climatico, ma anche resistere all’avanzata del consumo di suolo e del cemento. La nostra missione è quindi quella di rinverdire le città, piantando e aumentando i filari verdi che sono sempre più risicati nei contesti urbani.

L’ambizione di Selva Urbana è quella di migliorare le città e di renderle più vivibili compatibilmente alla presenza degli edifici e delle costruzioni esistenti.

Credits: Matteo Donzelli

Quali sono i principali vantaggi di creare foreste nelle aree urbane?

Creare foreste urbane è indispensabile. In estate, a causa del cambiamento climatico, le città diventano sempre più calde e solo le piante contribuiscono ad abbassare la temperatura e a migliorare la qualità dell’aria. Anche ridotte porzioni di verde in città possono contribuire nel loro piccolo a compensare le emissioni di anidride carbonica.

"Siamo attivisti ambientali che combattono per creare città più verdi, per resistere all'avanzare del cemento e contrastare il cambiamento climatico".

Oltretutto, piante e alberi svolgono anche una funzione di fitodepuratore del terreno poiché sono in grado di eliminare le sostanze chimiche presenti nel terreno, come per esempio i metalli pesanti. Forse non sembra, ma corridoi verdi e aree verdi portano molti benefici, anche in una città metropolitana come Milano.

Come scegliete le aree da riforestare?

In Selva Urbana abbiamo alcuni soci che si mettono a disposizione per prendere contatti con l’Assessore dell’ambiente del Comune dove può essere identificata un’area da riforestare, anche perché di norma ne abbiamo già studiato la mappatura del territorio. Ottenuto il contatto con l’Assessorato all’ambiente possiamo presentare il nostro progetto, i nostri obiettivi, cosa facciamo e come lavoriamo. Nel momento in cui si trova un accordo e si delinea un’area dove piantare gli alberi, possiamo procedere.

C’è qualcuno seduto all’ombra oggi perché qualcun altro ha piantato un albero molto tempo fa.

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Arriviamo a piantare anche dai cinquanta ai seicento alberi in un’area, rispettando le distanze necessarie tra un albero e l’altro per consentire il corretto sviluppo delle piante.

Di norma prediligiamo alberi autoctoni che possono sopravvivere al nostro clima. Le querce hanno più probabilità di sopravvivere anche dopo la piantumazione, meglio ancora poi se sono piante piccole, intorno ai 15-20 cm di altezza, poiché hanno più probabilità di crescere. La collaborazione con i Comuni è poi fondamentale perché la cura degli alberi nei primi cinque anni è affidata a loro.

Credits: Matteo Donzelli

Quali permessi sono richiesti per procedere con la piantumazione di alberi?

Non abbiamo bisogno di permessi perché è il Comune stesso che mette a disposizione l’area. Il progetto deve essere comunque validato dal Consiglio comunale perché venga approvato.

“Ogni albero non ha solo un valore ambientale, ma è anche un produttore economico”. Come può dare valore ha un territorio in questo senso?

Le aree urbane che vengono piantumate sono generalmente poste in prossimità di aree industriali, di strade trafficate o di poli commerciali; creando boschi e foreste proprio in queste aree riusciamo a rivalutare l’area. Non è sempre così, ovvio, ma molto spesso riusciamo a restituire valore ad aree che erano dimesse, mentre noi offriamo nuova vita e la possibilità di diventare un patrimonio della cittadinanza. Al momento della piantumazione le piante sono piccole, ma è poi tutto da vedere in previsione del futuro: tra 10 anni quelle piccole piante saranno grandi e diventeranno veri e propri boschi dove trascorrere il tempo libero, passeggiare e stare all’aria aperta.

Dal 2014 al 2021 quanti alberi avete piantato?

Siamo arrivati a 4.830 alberi in tutto, abbiamo valorizzato 27 aree, alcune nello stesso Comune: a Monza e a Cesano Boscone, per esempio, abbiamo piantumato due o tre volte. E poi come associazione siamo in crescita: siamo partiti che eravamo solo in quattro e ora siamo arrivati a 106 soci.

Credits: Matteo Donzelli

Quanto è importante fare network con altre associazioni ambientaliste?

Direi fondamentale. Qualche mese fa abbiamo iniziato a collaborare con la Woolrich Outdoor Foundation per realizzare il progetto “Release Your Wilderness” per ricercare e mappare le aree più funzionali per la piantumazione di mille alberi nell’area metropolitana di Milano.

Non solo. “Release Your Wilderness” ha anche la mission di sensibilizzare i bambini dal punto di vista ambientale, e lo fa con il sostegno della Fondazione Mission Bambini che lavora con Selva Urbana dal 2019 per migliorare la didattica in questa direzione. Il progetto quindi sta valutando di proporre workshop e tour esplorativi dedicati ai bambini che possano approfondire il valore degli alberi e delle piante e l’effetto che a lungo termine possono avere su città e cittadini.

Come si diventa attivista di Selva Urbana Lab? E come si può sostenere in altri modi l’associazione?

Per diventare soci è sufficiente una sottoscrizione annuale (da 10 euro) per cui si riceve la tessera associativa. Poi si può decidere quanto e come si vuole partecipare: ci sono soci che partecipano solo alle riunioni, altri alle piantumazioni, non ci sono vincoli di adesione.

Le persone possono anche fare solo una donazione o sostenerci attraverso il 5 per mille che per qualsiasi onlus è molto importante. Quanto raccolto viene poi utilizzato per le piante da piantumare, per attività importanti come la comunicazione attraverso workshop formativi, attività come forest bathing, approfondimenti di tematiche ambientali che, facendo altro nella vita, possono essere molto interessanti.