Non sono soltanto i cambiamenti climatici a degradare l'ambiente in cui viviamo, oltretutto causati al 90% dalle azioni dell'uomo, l'Italia ha anche un grosso problema con il consumo di suolo. Da anni i governi che si sono susseguiti stanno sottovalutando questo problema, che però potrebbe diventare un tema nel momento in cui si parla di rigenerazione di suolo e degli spazi in cui viviamo per favorire la tutela della biodiversità e delle aree verdi.
Il 25 ottobre 2023 è uscito il nuovo rapporto del Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente dal nome "Il consumo di suolo in Italia 2023". Dal testo ne emergono diversi dati negativi per l'ambiente del nostro Paese. Secondo i ricercatori SNPA infatti, "a rendere il suolo cittadino ancora più caldo, soprattutto nei periodi estivi, contribuisce in gran parte anche il consumo di suolo che, nel 2022, accelera arrivando alla velocità di 2,4 metri quadrati al secondo e avanzando, in soli dodici mesi, di altri 77 km2, oltre il 10% in più rispetto al 2021".
E così il territorio italiano cambia, si trasforma, e diventa più debole e soggetto ai fenomeni naturali che, in una situazione del genere, peggiorano la resilienza del territorio italiano.
Inoltre le città diventano più calde con "in media, la differenza di temperatura del suolo nelle aree urbane di pianura rispetto al resto del territorio è di 4°C d’estate con massime di 6°C a Firenze e di oltre 8°C a Milano". E questa è una situazione che genera costi nascosti ad oggi dovuti alla perdita dei servizi ecosistemici ricalcolati in base ai nuovi dati: 9 miliardi di euro ogni anno a causa della perdita di suolo rilevata tra il 2006 e il 2022.