
È stata pescata accidentalmente nelle acque del mar Adriatico, al largo di Ravenna. Così la normale routine della vita a bordo di un peschereccio di Cesenatico si è interrotta nel momento stesso in cui l'equipaggio si è trovato improvvisamente di fronte a una femmina di tartaruga liuto (Dermochelys coriacea), una specie molto rara nei nostri mari.
Un esemplare di quasi 300 chili con una lunghezza di 141 cm. L’enorme tartaruga, è stata battezzata con il nome Priscilla e dopo esser stata trasportata a Cesenatico per essere sottoposta ai necessari controlli veterinari da parte degli operatori della Fondazione Cetacea di Riccione, è stata subito rilasciata in mare. Fortunatamente Priscilla, pur essendo stata issata per sbaglio nelle reti del peschereccio non riportava ferite gravi, ma minime escoriazioni dovute alla rete da pesca.
Si tratta ad ogni modo del primo caso di cattura di un esemplare di questa tartaruga nelle acque dell'Adriatico, perché malgrado in passato ne siano stati avvistati diversi, sia vivi che morti, la Dermochelys coriacea non nidifica sulle coste italiane.
La tartaruga liuto è l’unica tartaruga appartenente al genere Dermochelys e della famiglia Dermochelyidae e ha caratteristiche davvero uniche: non solo è la specie vivente di tartaruga più grande in assoluto (può raggiungere i 3 metri di lunghezza e i 700 chili di peso), ma è anche in grado di immergersi fino a 1.300 metri di profondità. In inglese è chiamata "leatherback" (schiena di cuoio) perché le piccole piastre ossee che compongono il suo scudo sono ricoperte da uno strato di pelle. La tartaruga liuto ha un carapace relativamente molle, per questo motivo è molto vulnerabile agli impatti con le eliche delle barche, una delle più comuni cause di morte della specie.
La tartaruga liuto ha anche una faringe rivestita di denti, che le permette di trattenere le meduse, di cui si nutre; purtroppo questa caratteristica la metterebbe in pericolo qualora ingoiasse un sacchetto di plastica. Difficilmente riuscirebbe a liberarsene.