Record migranti in fuga dagli eventi climatici e dalle guerre, secondo l’ultimo report UNHCR

Le Nazioni Unite denunciano un aumento importante dei flussi migratori a causa di guerre ed eventi climatici estremi. Secondo le stime dell’ultimo rapporto UHNCR è stato raggiunto un numero record di migranti.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Francesco Castagna 15 Giugno 2023

Sono ormai 108,4 milioni le persone in tutto il mondo costrette a fuggire a causa degli eventi climatici e dalle guerre. Numeri da capogiro, che nel 2022 segnalano un aumento di 19,1 milioni di migranti in più rispetto al 2021. Questo è quanto emerge dall'ultima analisi dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati UNHCR, un'organizzazione globale dedicata a salvare vite umane e a proteggere i diritti dei rifugiati.

Non solo guerra in Ucraina quindi, che sicuramente ha sconvolto gli equilibri internazionali. Il mondo è popolato da conflitti e da disastri climatici che costringono persone che vivono lontano da noi a fuggire e ad arrivare nei nostri Paesi per mettersi in salvo.

Dal Global Trends in Forced Displacement 2022 infatti è possibile notare come le zone  dalle quali provengono prevalentemente le rotte dei migranti siano allo stesso tempo quelle in cui sono stati avvertiti maggiormente gli effetti della crisi climatica. Oltre i conflitti, i quali spesso si pensa derivino soltanto da eventi politici, ci sono le cause che li generano: carenza di cure, effetti della crisi climatica che hanno un impatto sia sull'economia che sulla salute delle persone.

Un Paese di cui è possibile fare un esempio è sicuramente il Sud Sudan, per il quale le Nazioni Unite avevano già lanciato un allarme nel 2022, affermando che "In Sud Sudan, la fame e la malnutrizione sono in aumento nelle aree colpite da inondazioni, siccità e conflitti, con alcune comunità che rischiano di morire di fame senza un sostegno all'assistenza umanitaria e senza un potenziamento delle misure di adattamento climatico". Ciò solleva anche un tema di insicurezza alimentare, per cui l'ONU sostiene che "circa due terzi della popolazione sud-sudanese (7,76 milioni di persone) dovrà probabilmente affrontare un'insicurezza alimentare acuta durante la stagione di magra di aprile-luglio 2023, mentre la malnutrizione colpirà 1,4 milioni di bambini".

Peraltro, a conferma di ciò che ha affermato l'ONU, il report segnala che già in aprile il conflitto tra forze armate concorrenti in Sudan e sta già avendo effetti devastanti sulla popolazione civile, compresi gli oltre 3,5 milioni di sfollati interni e 1,1 milioni di rifugiati ospitati nel Paese. Il Sudan, il Sahel, il Myanmar e lo Yemen sono tutti Paesi che soffrono di fenomeni siccitosi sempre più gravi e sono interessati da lungo tempo dalle guerre dell'acqua. "I 46 paesi meno sviluppati rappresentano meno dell’1,3% del prodotto interno lordo globale, eppure ospitano più del 20% di tutti i rifugiati", sottolineano le Nazioni Unite.

“Questi numeri ci dimostrano che ci sono persone fin troppo pronte a ricorrere alla guerra, e decisamente troppo lente a trovare soluzioni. La conseguenza è la devastazione, lo sfollamento e l’angoscia per milioni di persone sradicate con la forza dalle loro case” ha detto l’Alto Commissario per i rifugiati Filippo Grandi.