Recuperare i metalli rari dai rifiuti elettronici, invece che esaurire i giacimenti: l’appello della Royal Society of Chemistry

Si usano per produrre smartphone, computer, tablet, ma anche batterie per le auto elettriche e impianti di fonti rinnovabili. In futuro ne serviranno sempre di più. Ecco perché è necessario promuovere una cultura di economia circolare e riuso.
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Giulia Dallagiovanna 11 Maggio 2022

All'interno del tuo smartphone ci sono almeno 8 tipi di metalli rari. A dispetto del nome, se ne trova in quantità abbondante sulla Terra e l'aggettivo si riferisce più che altro alla complessità del processo di estrazione e lavorazione. La sigla che li identifica è REE, Rare Earth Materials. Come potrai immaginare, queste risorse diventeranno sempre più importanti in futuro, essendo necessarie sia per la produzione dei device elettronici di uso quotidiano che per quella degli impianti di fonti rinnovabili. Non a caso oggi gli equilibri economici e geopolitici si reggono anche sul controllo di queste materie prime, la cui estrazione peraltro ha un impatto ambientale (e sociale) per nulla irrisorio. Per questo motivo, la Royal Society of Chemistry britannica ha lanciato una campagna allo scopo di sollevare l'attenzione sul problema e promuovere il riutilizzo dei materiali piuttosto che il loro continuo sfruttamento.

Nel 2021 a livello globale abbiamo buttato via 57 milioni di tonnellate di RAEE (rifiuti elettronici) e, in media, è una montagna che ogni anno diventa più alta di 2 milioni di tonnellate. Solo il 20% arriva effettivamente a essere riciclato. Il resto quando va bene finisce nelle discariche, quando va male imbocca canali di smaltimento scorretti e illegali, come le discariche abusive o i depositivi illeciti in Africa. In Ghana ad esempio si trova la più grande discarica di rifiuti elettronici al mondo. Nel nostro Paese circa il 39% dei RAEE che finiscono in questi percorsi.

In Italia, il 39% dei RAEE finisce in canali di smaltimento illegali

Quindi da un lato abbiamo una domanda di metalli rari che aumenta di anno in anno e dall'altro un'offerta già a disposizione, riutilizzando componenti di dispositivi elettronici scartati. La Royal Society of Chemistry si chiede quindi come mai non ci sia in programma di farlo. Anche perché l'attuale conflitto in Ucraina ha provocato un repentino rialzo dei prezzi di materiali come il nickel, fondamentale per le batterie delle auto elettriche, mentre il litio ha proseguito la sua corsa iniziata nel 2021 facendo segnare un più 500% nel 2022. E non è da escludere che i prossimi conflitti saranno guidati anche dalla necessità di possedere queste miniere sempre più preziose (l'area del Donbass, tanto per fare un esempio, è ricca di giacimenti di litio).

Preziose, e soprattutto finite. "Il nostro sistema di produzione e consumo sta rischiando di farci esaurire le riserve di materie primeha spiegato il professor Tom Welton, presidente della Royal Society of Chemistry, – e questi comportamenti stanno esarcerbando il nostro impatto sull'ambiente".

I RAEE saranno, e in parte lo sono già, la nuova plastica. Ne produrremo sempre di più e ne scarteremo sempre di più. Serve quindi instaurare un sistema di economia circolare che punti su recupero e riuso, ma anche sensibilizzare le persone sul corretto smaltimento. Ad esempio, cercare di utilizzare il proprio portatile o lo smartphone per tutto il tempo in cui è possibile, senza rincorrere l'ultimo modello. E una volta esaurito, corrisponderlo al giusto punto di raccolta, come un negozio di elettronica o un'isola ecologica. In questo articolo ti spieghiamo meglio come si differenziano i RAEE.