Referendum Cannabis Legale: in 48 ore già raccolte 220.000 firme per depenalizzare la coltivazione

Il referendum sulla depenalizzazione della coltivazione e altri aspetti legati a detenzione e consumo di cannabis sta andando a gonfie vele. Entro il 30 settembre vanno raggiunte le 500.000 firme da depositare.
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Sara Del Dot 13 Settembre 2021
* ultima modifica il 13/09/2021

L’obiettivo è più che ambizioso, praticamente impensabile se ci si fosse limitati alla possibilità di firmare di persona.

Ci sono infatti appena meno di 20 giorni ancora per raggiungere le 500.000 firme e chiedere una consultazione referendaria sul tema della Cannabis Legale. Un tempo avresti stentato a crederci, oggi invece alla luce delle già oltre 220.000 firme raccolte in 48 ore sembra quasi possibile. Forse perché, da tempo, ce n’era un gran bisogno.

L’obiettivo della campagna? Eliminare il reato di coltivazione, rimuovere le pene detentive per qualsiasi condotta legata alla cannabis e cancellare la sanzione amministrativa del ritiro della patente.

La richiesta era stata depositata alla Corte di Cassazione il 7 settembre, in parallelo con la discussione alla Camera di un progetto di legge sul tema, e a partire dall’11, 4 giorni dopo, è partita la raccolta firme, soltanto online con firma digitale. In un’ora sono state raccolte 50.000 firme, in un giorno 100.000, in 48 ore oltre 220.000.

“Perché così poco tempo?” Ti chiederai. La risposta è che la legge prevede che le firme per le proposte referendarie vengano raccolte entro i primi 9 mesi dell’anno, quindi la scadenza per tutti è il 30 settembre.

Ma di cosa stiamo parlando esattamente?

La campagna

La campagna per il referendum sulla cannabis legale è promossa da un coordinamento che riunisce una serie di realtà come Meglio Legale, Forum Droghe, Antigone e Associazione Luca Coscioni (che conoscerai anche per l’impegno per la legge sul fine vita) con il supporto di esponenti di alcune realtà politiche come i Radicali, +Europa, Possibile, Sinistra Italiana e tantissimi altri.

L’obiettivo è quello di modificare il Testo Unico in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope del 1990 sotto due aspetti: quello di rilevanza penale e quello delle sanzioni amministrative.

La richiesta è, come è scritto sul sito dell’iniziativa referendaria, quella di “depenalizzare la condotta di coltivazione di qualsiasi sostanza (tassativamente per uso personale) intervenendo sulla disposizione di cui all’art. 73, comma 1, e di eliminare la pena detentiva per qualsiasi condotta illecita relativa alla Cannabis, con eccezione della associazione finalizzata al traffico illecito di cui all’art. 74, intervenendo sul 73, comma 4.”

Sul piano amministrativo, la volontà è quella di eliminare la sanzione della sospensione della patente di guida e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori attualmente destinata a tutte le condotte finalizzate all’uso personale di qualsiasi sostanza stupefacente o psicotropa, intervenendo sull’art. 75, comma 1, lettera a).”

Il quesito

Per firmare, il quesito referendario depositato è:

Volete voi che sia abrogato il Decreto del Presidente della Repubblica del 9 ottobre 1990, n. 309,  avente ad oggetto “Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza“, limitatamente alle seguenti parti:

Articolo 73, comma 1, limitatamente all’inciso “coltiva”;

Articolo 73, comma 4, limitatamente alle parole “la reclusione da due a 6 anni”;

Articolo 75, limitatamente alle parole “a) sospensione della patente di guida, del certificato di abilitazione professionale per la guida di motoveicoli e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori o divieto di conseguirli per un periodo fino a tre anni;”

Una svolta

Raggiungere 500.000 firme in 20 giorni non è cosa facile. Ma in molti, a quanto pare, attendevano con ansia questa occasione. A sottolinearlo sono gli stessi enti promotori:

“Quello della coltivazione, vendita e consumo di cannabis è una delle questioni sociali più importanti nel nostro Paese. Un tema che attraversa la giustizia, la salute pubblica, la sicurezza, la possibilità di impresa, la ricerca scientifica, le libertà individuali e, soprattutto, la lotta alle mafie

Sono 6 milioni i consumatori di cannabis in Italia, tra questi anche moltissimi pazienti spesso lasciati soli dallo Stato nell’impossibilità di ricevere la terapia, nonostante la regolare prescrizione. Questi italiani hanno oggi due sole scelte: finanziare il mercato criminale nelle piazze di spaccio o coltivare cannabis a casa rischiando fino a 6 anni di carcere. Un dibattito che non può più essere rimandato e deve essere affrontato con ogni strumento democratico.”

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.