Riciclare l’olio alimentare anche nei porti, salvando il mare e generando nuove risorse

Contenitori per la raccolta dell’olio alimentare esausto nei porti per impedire che finisca in mare. È la nuova iniziativa di Marevivo che, assieme alla associazione RenOils ha deciso di aiutare porti e diportisti a conferire nel modo migliore possibile questo liquido 100% riciclabile per farlo diventare nuova risorsa.
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Sara Del Dot 10 Agosto 2021

Frittura mista, patatine, pesce… Anche in riva e in mezzo al mare dalla cucina può uscire dell’olio esausto da smaltire. E sapere dove buttarlo è fondamentale per evitare che finisca proprio in quelle acque della cui bellezza stiamo godendo.

Un solo litro di olio può essere responsabile dell’inquinamento di circa 1.000 metri quadri di acqua, danneggiando gli ecosistemi perché impedendo loro l’ossigenazione a causa di quella sottile patina unta che finisce col ricoprire la superficie.

Per questo l’associazione Marevivo, in collaborazione con RenOils, ha lanciato la campagna “Sea the sea Recycle cooking oil” per favorire il corretto conferimento dell’olio alimentare esausto anche in mezzo al mare. Per fare ciò, verranno installate aree apposite dotate di contenitori specifici per la raccolta dell’olio. Una volta pieni, il materiale esausto verrà ritirato e avviato a riciclo.

L’iniziativa, dedicata a porti e diportisti presenti su tutto il territorio nazionale, punta a sensibilizzare sul corretto conferimento e sull’avvio a riciclo dell’olio alimentare esausto che, una volta recuperato, può essere re-impiegato nella produzione di biodiesel, impianti di cogenerazione, produzione di bio-lubrificanti, saponi e cere.

Al momento alla campagna hanno aderito già 37 porti italiani in 12 Regioni, ma l’iniziativa è aperta a tutti e punta a raccogliere più partecipazioni possibili di chiunque attraccherà nei porti italiani, turistici e non.

Aderire è semplicissimo e sul sito di Marevivo puoi trovare tutte le informazioni utili.