scavi

Rinvenuti oggetti sanitari all’interno di una discarica medica scoperta al Foro di Cesare a Roma

Un team internazionale di ricercatori guidati da un gruppo di studiosi italiani dell’Università di Aarhus (Danimarca) ha rinvenuto una stanza sepolta durante una campagna di scavi archeologici nel Foro di Cesare, a Roma. Al suo interno sono stati rinvenuti resti di oggetti personali e medici bruciati, un dettaglio che proverebbe l’uso della stanza per smaltire “rifiuti contaminati”.
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Maria Teresa Gasbarrone 16 Maggio 2023

A Roma, nel primo dei Fori Imperiali, il Foro di Cesare, è stata scoperta una vera e propria discarica medica risalente al Rinascimento. Si tratta di una camera profonda quasi tre metri e sigillata con mattoni e argilla, utilizzata per isolare e smaltire oggetti infettivi.

La sua posizione, non distante dall'antico Ospedale dei Fornari, in piazza dalla Madonna di Loreto, fa presupporre che i resti di oggetti rinvenuti al suo interno provenissero proprio dai pazienti dell'ospedale.

A scoprirla è stato un team di ricerca internazionale guidato da un gruppo di scienziati italiani dell'Università di Aarhus (Danimarca), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Accademia di Danimarca di Roma e della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali-Direzione Musei archeologici e storico-artistici di Roma.

La scoperta

Gli archeologi, coordinati dalla dottoressa Cristina Boschetti, ricercatrice presso il Centro per le evoluzioni delle reti urbane (UrbNet) dell'ateneo danese, hanno individuato la camera sigillata durante una campagna di scavi al Foro di Cesare nel 2021. Come  da loro spiegato nell'articolo pubblicato sulla rivista scientifica Antiquity, il luogo del ritrovamento non deve ingannare sulle origini della "discarica medica". Sebbene infatti il Foro di Giulio Cesare sia stato inaugurato dallo stesso imperatore nel 46 a.C, la discarica risale alla metà del XVI secolo, quindi pieno Rinascimento.

D'altronde in quegli anni epidemie e malattie infettive, prima tra tutte la peste, erano tutt'altro che rare, motivo per cui era diffusa l'usanza, testimoniata dalla presenza nella stanza sepolta di pezzetti di legno bruciati e morsetti di metallo, di bruciare gli oggetti appartenuti a persone affette da qualche malattia trasmissibile con l'obiettivo di limitarne il contagio.

Il collegamento con l'ospedale Fornari è confermato proprio dal fatto che stanze di questo tipo e la stessa pratica di bruciare oggetti personali possibilmente infetti è stata già documentata in contesti vicini a strutture sanitarie, mentre non ci sono testimonianze relative a contesiti domiciliari.

Cosa conteneva la discarica

Gli archeologi autori della scoperta hanno indicato ogni oggetto contenuto nella stampa, composta da laterizio, calce e altri materiali. Questo perché ogni dettaglio può essere utile alla ricostruzione delle finalità della stanza, ma anche per capire come in passato si affrontassero le malattie infettive.

Nello specifico nella discarica sono stati rinvenuti diversi oggetti personali, ma anche resti di strumenti medici, a riprova della provenienza "sanitaria" della stanza. Nello specifico nella discarica c'erano frammenti di recipienti per il trasporto delle urine (le matule); piatti liguri finemente decorati con immagini di fiori e di casa; una ciotola con uno scudo araldico prodotto in Emilia Romagna; brocche in ceramica per usi medicali; recipienti da cucina; statuine in terracotta; il grano di un rosario; monete (una in bronzo raffigurante Leone X coniata tra il 1513 e il 1521 dopo Cristo e una in argento raffigurante Giulio III, coniata tra il 1550 e il 1555 dopo Cristo); morsetti di piombo per il fissaggio di oggetti o mobili in legno e frammenti di legno bruciato.

L'articolo spiega inoltre come l'assenza di oggetti risalenti ad altre epoche, precedenti o passate, rispetto al Cinquecento indica che "la cisterna era vuota al momento della deposizione dei contesti cinquecenteschi e che, subito dopo la deposizione di questo materiale, la cisterna è andata in disuso".

La presenza di oggetti personali fa quindi presupporre che ogni persona avesse i propri oggetti, una sorta di set personale comprendente dal piatto al recipiente per le urine. Si tratta di una scoperta importante, anche perché "prima del presente studio – si legge nell'articolo – lo smaltimento dei rifiuti provenienti da contesti ospedalieri e medici della prima età moderna, al fine di prevenire la diffusione di malattie, aveva ricevuto solo un'attenzione archeologica sporadica, con limitate indagini intercontestuali".

Invece la scoperta di questa discarica evidenzia la "necessità di una panoramica più completa dei regimi igienici e di controllo delle malattie nell'Europa della prima età moderna".