Ripristinare i sistemi naturali avrebbe benefici per 140 miliardi di euro all’anno: il rapporto del WWF

Oggi è la giornata mondiale della fauna selvatica, che quest’anno ha come tema le foreste e i mezzi di sostentamento per le persone e per il pianeta. L’organizzazione ambientalista ha pubblicato per l’occasione il report “valore Natura”, in cui si mette in evidenza come riforestare almeno 350 milioni di ettari entro il 2030 potrebbe generare un beneficio economico di 170 miliardi di dollari l’anno (circa 140 miliardi di euro).
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Federico Turrisi 3 Marzo 2021

L'attuale pandemia è anche una conseguenza del nostro maltrattamento nei confronti della natura. Repetita iuvant. Ormai dovremmo avere capito che senza tutela della biodiversità non c'è futuro per il pianeta e per noi esseri umani. La natura non andrebbe vista come una miniera da sfruttare, ma come una casa da proteggere. Molti potrebbero vedere la salvaguardia dell'ambiente come un'attività poco profittevole, ma si sbagliano. I benefici anche dal punto di vista economico sono notevoli.

A evidenziarlo è il nuovo dossier "Valore Natura", realizzato dal WWF nell'ambito della campagna ReNature Italy. Il rapporto non è stato pubblicato in un giorno a caso: oggi infatti è il World Wildlife Day, ovvero la giornata mondiale della fauna selvatica, istituita dalle Nazioni Unite nel 2013 e quest’anno dedicata a foreste e mezzi di sostentamento per le persone e per il pianeta ("Forests and Livelihoods: Sustaining People and Planet").

Le foreste, lo sappiamo, sono tra gli ecosistemi terrestri che ospitano il maggior numero di specie vegetali e animali e sono tra le nostre migliori alleate nel contrasto alla crisi climatica per la loro attività di cattura e stoccaggio della Co2 atmosferica. Ebbene, se ripristinassimo  almeno 350 milioni di ettari di foreste entro il 2030 – sottolinea il WWF – si potrebbe generare un beneficio economico netto pari a circa 170 miliardi di dollari l’anno (circa 140 miliardi di euro), considerando la protezione dei bacini idrici, l’incremento della produttività agricola, nonché i vantaggi in termini di mitigazione dei cambiamenti climatici grazie al sequestro di oltre 5 miliardi di tonnellate di anidride carbonica all’anno. Niente male, vero? Inoltre, una ricerca condotta da The Global Commission On The Economy And Climate rileva che il ripristino del 12% dei terreni agricoli degradati potrebbe aumentare i redditi dei piccoli proprietari terrieri per un totale di 35-40 miliardi di dollari l'anno e sfamare oltre 200 milioni di persone ogni anno entro 15 anni.

E l'Italia che cosa può fare? Di fronte a noi si presenta un'occasione più unica che rara: attraverso lo strumento del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) dovremo infatti investire i 209 miliardi di euro messi a disposizione dall'Unione Europea con il Next Generation EU. Almeno il 37% delle risorse stanziate dovranno andare ad azioni per il clima e la biodiversità: per questo il WWF chiede di valorizzare adeguatamente il capitale naturale del nostro Paese e di elaborare un piano "che consenta di fermare e invertire la curva della perdita di biodiversità terrestre e marina e introduca, nel contempo, elementi di sostenibilità e di qualità in settori importanti per il rilancio dell’Italia, quali quello turistico, forestale, agricolo e della pesca". Chi ci guadagnerebbe da questo? Semplicemente tutti.