Ritrovata la carcassa dell’orca nella Senna: era malata e intrappolata da settimane, è morta prima di essere abbattuta

La carcassa è stata rinvenuta ieri dagli operatori dell’organizzazione Sea Shepherd. Le condizioni di salute dell’orca erano peggiorate e, dopo diversi tentativi di salvataggio falliti, le autorità avevano annunciato che l’animale sarebbe stato abbattuto. Ora si attendono i risultati dell’autopsia.
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Martina Alfieri 31 Maggio 2022

Si conclude come peggio poteva la storia dell’orca che nelle scorse settimane era rimasta bloccata nella Senna, tra Rouen e Le Havre. Ieri, purtroppo, gli operatori dell’organizzazione ambientalista Sea Shepherd hanno annunciato di avere ritrovato la carcassa dell’animale nelle acque del fiume francese. Per accertare le cause del decesso bisognerà attendere i risultati dell’autopsia, ma negli ultimi giorni era già chiaro che le condizioni di salute dell’orca fossero molto gravi.

Forse era stata disorientata dal rumore generato dal parco eolico di Courseulles-sur-Mer, oppure era affetta da una malattia e i suoi simili l’avevano isolata. Quel che è certo è che era entrata dall’estuario della Senna, a Le Havre, ormai oltre due settimane fa e, col passare del tempo, la sua sopravvivenza appariva sempre più a rischio. Neanche le registrazioni dei suoni emessi da altre orche sono bastati a spingerla di nuovo nella giusta direzione, verso il mare.

Quando Sea Shepherd Francia, chiamata dalle autorità per tentare di salvare l’animale, ha incontrato l’orca per la prima volta l’ha trovata sofferente, con la pelle ricoperta di ecchimosi, funghi e lacerazioni. Anche la tipica colorazione bianca e nera era ormai irriconoscibile, segno che la prolungata permanenza nelle acque dolci del fiume, non adatte alle sua pelle, la stava condannando a morte.

Alla fine, di fronte all’impossibilità di salvare l’orca, i veterinari avevano deciso che la scelta migliore era quella di mettere fine alle sue sofferenze attraverso l’eutanasia. In merito a questo, proprio poche ore prima del ritrovamento, la presidente di Sea Shepherd Francia Lamya Essemlali aveva dichiarato: "Il peggiore scenario possibile per noi sarebbe che l'orca non fosse ritrovata, e che rimanesse sola per diversi giorni, affondando sul fondo della Senna senza che si sappia mai cosa l'ha uccisa. Faremo tutto il possibile per trovarla”.

Se stavolta non c’è stato niente da fare per salvare l’orca intrappolata nel fiume, da questa situazione, come ricorda Sea Shepherd, si dovrà trarre una lezione per il futuro: “Da questa triste vicenda si possono trarre insegnamenti per mettere in atto un protocollo di emergenza nazionale aperto, rigoroso e audace, che non si impantani nell'inazione e che ci permetta di massimizzare le possibilità di sopravvivenza di eventuali futuri cetacei che si dovessero avvicinare ai nostri fiumi”.