Rocce coperte di plastica sull’isola di Trindade: un problema per l’ambiente e per le tartarughe verdi

La plastica si sta trasformando in materiale geologico. A lanciare l’allarme un team di ricercatori che hanno eseguito test chimici su rocce dell’isola di Trindade in Brasile, già parzialmente coperte dalla plastica.
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Gaia Cortese 16 Marzo 2023

L’inquinamento ha raggiunto la geologia.  E se la definizione di Antropocene è quell’epoca geologica in cui le attività umane sono in grado di modificare territori, habitat e clima, allora ci troviamo esattamente in questo preciso momento storico.

Sulle spiagge dell’isola vulcanica di Trindade, a circa 1200 chilometri dalla costa sudorientale del Brasile, la plastica è arrivata a fondersi con le rocce, un evento che secondo gli scienziati prova la crescente influenza dell'uomo sui cicli geologici della Terra.

L’isola brasiliana di Trindade è uno dei luoghi di conservazione più importanti al mondo per le tartarughe verdi (Chelonia mydas) che ogni anno arrivano su queste spiagge per deporre le uova. Si tratta proprio di un remoto santuario per questa specie e constatare che la plastica sta lentamente soffocando ogni angolo di questo paradiso terrestre non può che allarmare scienziati e ricercatori.

"È una cosa nuova e terrificante allo stesso tempo, perché l'inquinamento ha raggiunto la geologia e la plastica può essere conservata nel registro geologico della Terra – ha commentato Fernanda Avelar Santos, geologa dell'Università federale del Paranà.

Per individuare il tipo di plastica che si trova nelle rocce, il team di ricercatori universitari sta  eseguendo diversi test chimici e ormai le rocce coperte di plastica hanno anche un nome, "plastiglomerati", perché sono costituite da una miscela di granuli sedimentari e altri detriti tenuti insieme dalla plastica.

Secondo la geologa l’inquinamento “proviene principalmente dalle reti da pesca, che sono detriti molto comuni sulle spiagge dell'isola di Trindade. Le reti vengono trascinate dalle correnti marine e si accumulano sulla spiaggia. Quando la temperatura sale, la plastica si scioglie e si incorpora nel materiale naturale della spiaggia".

Il luogo in cui sono stati trovati i campioni di plastica è un'area protetta in modo permanente in Brasile, non lontano da dove le tartarughe verdi depongono le uova. Il rischio non è solo che l’isola sia sommersa dalla plastica, ma che anche le tartarughe possano incidentalmente ingerirne abbastanza da non sopravvivere.

Una ricerca pubblicata dalla rivista Scientific Reports e realizzata da un team dell’Organizzazione federale per la ricerca scientifica e industriale (CSIRO) di Canberra, ha evidenziato come il continuo aumento delle quantità di plastica immesse dall’uomo nelle acque di mari e oceani,  possa mettere a rischio di sopravvivenza diverse specie animali.

I ricercatori hanno potuto constatare che circa il 50 per cento delle tartarughe marine che abitano il pianeta hanno ingerito plastica almeno una volta nel loro ciclo di vita, lungo in media tra i 70 e gli 80 anni. Il tasso crescerebbe, fino a toccare il 90 per cento, se si considerano esclusivamente le tartarughe verdi che vivono lungo le coste del Brasile.