Rolando Ravello: “Ero con Pietro Taricone quando è morto in paracadute”. Il racconto di una carriera tra successi e traumi

Rolando Ravello si racconta in un’intervista intensa tra aneddoti di carriera e dolori personali, come la tragica morte di Pietro Taricone durante un lancio in paracadute.
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Redazione 5 Settembre 2025

Rolando Ravello, attore, regista e sceneggiatore, si è raccontato in una lunga intervista al Fatto Quotidiano, ripercorrendo oltre trent’anni di carriera tra cinema, televisione e teatro. Ravello ha avuto il privilegio di lavorare con alcuni dei maestri del cinema italiano, da Ettore Scola ad Alberto Sordi, passando per Vittorio Gassman e molti altri.

Tra le tante esperienze, Ravello ricorda anche le delusioni che segnano il percorso di un artista, come la famosa beffa della Coppa Volpi al Festival di Venezia.

La Coppa Volpi assegnata e poi ritirata

Uno degli episodi più amari della sua carriera è legato alla Coppa Volpi, che gli era stata annunciata come vinta e poi ritirata perché “mai assegnata a un esordiente”.

“Chiamo amici e fidanzata, pago il viaggio a tutti per festeggiare. La mattina dopo mi dicono: ‘Ci dispiace, niente Coppa. E devi lasciare l’albergo perché non è pagato'.”

Un momento surreale, che avrebbe potuto cambiare il corso della sua carriera. Ravello lo racconta oggi con ironico distacco, ma senza nascondere l’amarezza. A fargli da contrappeso, la stima ricevuta dai colleghi, tra cui Sordi, che lo omaggiò pubblicamente a Venezia, e Gassman.

Il dolore per la morte di Pietro Taricone

Uno dei passaggi più toccanti dell’intervista riguarda Pietro Taricone, con cui Ravello aveva condiviso il set de La Nuova Squadra e una profonda amicizia, rafforzata dalla passione comune per il paracadutismo.

Il 29 giugno 2010, Pietro Taricone morì durante un lancio con il paracadute. Ravello era lì con lui.

“Quel giorno ero con Pietro. Ci lanciavamo insieme. Dopo la sua morte sono andato in analisi per nove anni.”

Un trauma profondo, che ha segnato la sua vita. L’attore racconta di aver provato a tornare in volo, ma senza riuscirci:

“Per due volte sono arrivato al campo di lancio, ma non sono mai sceso dalla macchina. Non mi lancio più.”

Il ricordo di Taricone: umiltà e autenticità

Ravello descrive Taricone come un uomo vero, diretto, ma sempre umile:

“Aveva il gusto della verità. Ti diceva tutto in faccia, ma con una clamorosa umiltà.”

Un ritratto sincero di un amico e collega che ha lasciato un vuoto profondo nel cuore di chi lo ha conosciuto.

Il racconto di Rolando Ravello è un viaggio tra glorie mancate, soddisfazioni artistiche e ferite personali. Un’intervista che mostra il lato umano di un artista spesso rimasto in secondo piano, ma che ha attraversato decenni di cinema italiano con coerenza e passione.